Poesie e filastrocche

Cos’è il Natale

“Cos’è il Natale”

Ho una domanda impertinente e tendenziosa,
che ad alcuni di certo sembrerà anche fastidiosa.
“Cos’è il Natale?” chiedo seria a voi signori.
C’è chi risponde che son regali, addobbi e suoni.
C’è chi mi dice che il Natale è grande festa,
che tutti i giorni si mangia e non è la solita minestra.
C’è chi tempesta di auguri il mondo in tondo,
e chi crede che il Natale sia il pandoro e lo spumante biondo.
Ma io chiedo a lor signori e lo richiedo,
cos’è il Natale, questo mistero un pò segreto?
Natale, penso io, è aprire una porta che era chiusa,
è chiedere perdono e anche scusa.
Natale è far qualcosa per qualcuno,
qualcosa che non avresti fatto per nessuno.
E’ dare qualcosa a te caro:
la scelta è vasta, dal cuore al denaro.
Natale è far felice chi hai attorno
con ciò di cui necessita, ciò di cui ha bisogno.
Natale è regalare un bel sorriso a chi si è arreso,
è accogliere chi una volta ti ha offeso.
Adesso cari signori io mi chiedo
da quando non è Natale nei vostri cuori, perchè non mi spiego…
tutte le liti e gli egoismi, i rinfacci ed i menefreghismi.
Chi ha un albero per ogni stanza,
e chi nel piatto non ha nulla che fa sostanza.
Guardatevi allo specchio e siate sinceri:
cosa di voi vi fa felici , cosa di voi vi rende fieri? E adesso ciò che di bello avete, donate,
a Natale e sempre, non lesinate.
E’ solo questo il mistero della festa del Natale:
amare, amare, e semplicemente amare!

-Patrizia Perotti-

Sentire l’amore

“Sentire l’amore”

Ho bisogno ancora di guardarlo negli occhi l’amore.
Di assaggiarlo con le labbra.
Di stringerlo tra le braccia e sentirne l’odore, il calore, la forza.
Voglio sentire nelle orecchie il fiato corto,
le mani che ti tengono e non ti lasciano andare, le unghie che graffiano il sudore.
Tu forse non vuoi più sentire, più provare, più volere.
Io invece l’unica anestesia che voglio, è quella che sa spegnermi il cervello con un tocco delle dita sulla pelle, e due occhi che mi leggano l’anima

-Patrizia Perotti-

Tutto il resto

“Tutto il resto”

Passai di lì una sera, da quella strada che ci conosceva a memoria.
Rividi le ombre dei nostri corpi vicini,
odorai l’essenza di quell’aria che sapeva di mare.
Udii le risate, le parole.
I miei ricordi ricalcarono su un foglio di stelle le immagini fedeli di una luna piena di un bianco intenso, che lì ferma ci stava a guardare, e quel rumore tipico autunnale delle caldarroste che scoppiettavano su scintille di brace.
Timidi i miei sentimenti riaffiorarono,
cercando di dire ancora la loro su di te.
Distolsi lo sguardo e li misi a tacere, severa,
voltando le spalle a tutto ciò che fu.
D’altronde ormai la lezione la so: chi vuole, rimane. Tutto il resto non esiste

-Patrizia Perotti-

Così per caso

“Così per caso”

Metti una sera, così, che io ti incontri per caso.
Una di quelle sere solite, in cui non ci avrei scommesso niente.
Metti che ti guardo, tu mi guardi, e nasce un sorriso.
Metti che poi ti parlo, tu mi parli, e nasce la voglia di ascoltarsi.
Metti che poi torno a casa, e non so smettere più di pensarti.
Forse mi direi che è grave.
Rigirandomi nel letto mi chiederei se è vero.
Comincerei a sognarti quasi ancora sveglia.
– Posso innamorarmi di te? – ti chiederei. – Posso cominciare a pensarti quando nasce il sole, finché la notte mi accende i sogni?
Posso emozionarmi quando ti vedo arrivare da lontano?
Posso diventare imbecille tutte le volte che parlo di te?
Posso desiderarti ogni volta che ti ho accanto, e perdermi dentro ai tuoi occhi?
Posso stare ad ascoltarti per ore mentre tocco con lo sguardo le tue labbra? –
Metti che, da matta quale sono, riuscissi a dirti tutto questo.
Dopo che una sera, magari, ti incontrassi così, per puro caso…

-Patrizia Perotti-

Il bimbo che c’è in te

“Il bimbo che c’è in te”

Voglio tornar bambina ancora per un giorno.
Tenere il mio orsacchiotto tra le mani.
Chiudere gli occhi sapendo che se non è andata bene oggi, ci sarà sempre un domani.
Avere ancora le sue mani che mi accarezzano i capelli,
i suoi baci teneri sulla fronte, e i racconti di fiabe, tra mari fantastici e coralli.
Saper che l’unico mostro è quello del racconto,
che nessuno mi ha ancora mai deluso, che la vita non mi ha ancora presentato il conto.
Correre spensierata col vento in faccia,
e ridere, piangere, urlare a squarciagola saltando felice tra le loro braccia.
Vorrei che qualcuno ci pensasse al posto mio,
che ci fosse ancora qualcuno che con amore mi dicesse “Tranquilla tesoro, ci penso io.”
Ma se apro gli occhi è tutto andato via,
tutto è passato velocemente, lasciando la sua scia.
Se tiro le somme lo ammetto,
nulla di quel che speravo è andato al posto suo in modo perfetto.
Eppure so che una cosa è rimasta ancora,
e non andrà via finché non sarò io a darle l’ultima aurora.
È quella bimba che dorme ancora dentro al mio petto,
che se la sveglio mi sorride e chiede affetto.
Quella bambina non mi ha mai abbandonata,
e non importa se nel tempo è stata maltrattata. Ognuno in sé ha un bimbo, quel bimbo che è già stato,
e anche se cresce non deve rimanere nel passato.
Fallo giocare, amalo, fallo gioire.
Lui è l’unica cosa pura di te che non deve mai morire

-Patrizia Perotti-

Cosa ti manca di me?

“Cosa ti manca di me?”

Cosa ti manca di me?
Che rumore fa il mio silenzio?
Tu manchi al mio orizzonte,
dove come un’alba sorgevi sempre accanto al tramonto di ogni giorno.
Manchi ai miei occhi, che ti cercano invano tra la gente, nei loro sorrisi accesi come i tuoi,
e tra le cose più banali, come il tuo nome, scritto lì sul dislpay che faceva di continuo capolino, e che adesso non esiste più.
Manchi alle attese, ai litigi, ai musi lunghi, alle risate, ai nostri giochi, a quella complicità che non posso avere con nessun altro che non sia tu.
Manchi agli abbracci davanti ai fornelli, e ai baci con le teste sotto il cuscino.
Io non so cosa può mancare di me.
So solo che alla fine di qualcuno ci mancano sempre quelle piccole cose semplici,
quelle meno eclatanti che non fanno rumore quando ci sono,
ma che diventano assordanti quando vanno via per sempre…

-Patrizia Perotti-

Poesia birichina

“Poesia birichina”

L’ amore lo riconosci subito.
Non è bisogno, non è sistemazione,
non è riconoscenza, non è solo attrazione.
Tu non ti arrendi, e lo cerchi senza sosta,
sai che se sbagli ti sei solo fatto le ossa.
E chi lo sogna non è uno sfigato,
ma chi ha ancora il coraggio di credere ad un sogno che ancora non si è avverato.
Lo so, ormai non va di moda,
ti dicon tutti che è fatica sprecata.
Nessuno vuole amare, è troppo impegnativo,
meglio mordere e fuggire, che è più sbrigativo.
E a chi ti ride in faccia volta con eleganza le spalle.
Se i suoi sogni son finiti, tu sbattitene le …. ?

-Patrizia Perotti-

Niente di strano

“Niente di strano”

Non chiedo niente di strano.
Va bene anche una passeggiata tra le vetrine del centro,
dove ti vedo che di nascosto mi guardi sorridendo.
Possiamo anche andare a fare la spesa,
mentre rubi le mie labbra ad ogni passo, tra un sacco di arance e la cioccolata con dentro la sorpresa.
E poi lo sai, tornare a casa e cucinare mentre mi racconti le cose tue,
ti abbraccio, ti bacio, e le tue mani diventano le mie.
Non chiedo cose strane, per davvero.
Va bene anche un libro letto insieme, bere dallo stesso bicchiere, e un film che non finiremo mai di vedere…
Se ti dovesse andare, fammi sapere.
Se non ci metti troppo, ti posso ancora aspettare…

-Patrizia Perotti-

Non me

“Non me”

So già che non hai scelto me.
Lo sento nell’aria, come patina gelida, posarsi sulla pelle, entrarmi nel sangue.
Così, in questo addio silenzioso, volevo dirti quanto ti ho veramente amato, sin dal primo momento.
Ti ho amato sinceramente, senza mai mancarti di rispetto.
Ho pianto tanto, tutte le volte in cui capivo i vuoti dei tuoi sguardi,
e per tutte le mancanze ricevute.
Ho pianto troppo, tutte le volte in cui mi chiedevo chi eri, e mille volti tuoi mi rispondevano insieme, mentendo l’uno contro l’altro.
Il cuore mi si è spezzato ogni volta, e ogni volta di più.
Piango anche adesso, tantissimo, perché so che non ti rivedrò mai più,
e che soffrirò ancora tanto senza più sentire la tua voce,
senza più poter guardare dentro ai tuoi occhi,
senza nulla più di te.
So già che non hai scelto me.
Lo sento in quell’indifferenza che mi aleggia addosso come una farfalla che compie il suo ultimo volo.
Distrutta dal dolore, ho indossato la tua felpa e mi abbraccio da sola, pensando di poter abbracciare te,
chiudendo gli occhi e ricordando ancora di dormire felice tra le tue braccia.
La bacio, come se fossi fuori di senno, e mi sento morire…
Non chieder più a nessuno cosa voglia dire essere amati.
Ti basterà guardarmi un istante, per comprendere cos’è l’amore:
un pozzo senza fondo, dove per puro gioco hai gettato la tua monetina…

-Patrizia Perotti-

E’ Natale anche per te

“E’ Natale anche per te”

È Natale anche per te…
Tu che hai detto “Mai più “.
Tu che hai chiuso il cuore straziato dal dolore.
Tu che hai alzato un muro, e lo sa solo Dio il perché.
C’è ancora da vivere, e il “Mai più” diventa “Accetto ciò che è stato”.
C’è ancora da amare, e il dolore diventa severo insegnante, ma mai sigillo indelebile.
C’è ancora da sorridere, e imparare a scavalcare quei muri oltre i quali c’è il sole.
È Natale anche per te. Ogni ora di ogni giorno.
Sei importante. Sei unico. Sei amato.
Ogni istante

-Patrizia Perotti-

Per chi ama lasciarsi trasportare dalla melodia della poesia, dalla magia che essa evoca, dal terremoto di emozioni che provoca. E a chi piacciono le filastrocche, che ci ricordano un pò anche i canti antichi, le favolette brevi della nonna, l'immaginazione che possiede il nostro bimbo interiore.

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