Nessuno si è mai dilungato scrivendo sui sentimenti e sulle emozioni delle epoche passate. Solo qualche scrittore ne ha parlato velatamente. Non sappiamo esattamente cosa poteva provare chi ha vissuto guerre, pestilenze, atrocità. Le studiamo e le guardiamo da lontano, narrate in modo impersonale su freddi libri di Storia. E rimaniamo distanti spettatori, interessati solo a prendere un buon voto a scuola. È questo che ci insegnano a fare.
Credo che stiamo vivendo una delle epoche storiche peggiori, dove non riusciamo a riprenderci dall’inganno della tecnologia avanzata che ci prometteva, in anni semplici, facilità e minor fatica. Non riusciamo a rinunciare a quei falsi palcoscenici che chiunque può avere, non solo i privilegiati. Pensiamo di vivere solo perché in estate facciamo la vacanza, a Natale fotografiamo l’albero, seguiamo gli standard dettati. In realtà corriamo e non ci guardiamo negli occhi; sfrecciamo, schiavi di un orologio, del tempo tiranno, della vecchiaia che non accettiamo, non capendo che è una fortuna poterla vivere.
È un’epoca densa di timori, di incertezze, di ansia, angoscia e depressione. E per questo è un’epoca muta, che però parla troppo solo per controbattere senza criterio, e poco per parlare di cuore. I sentimenti sono andati persi, fuori moda.
L’ Amore cos’è?
Tante definizioni si accavallerebbero, ma nessuno in realtà lo sa davvero.
Studiosi cercano di farci credere, riuscendoci, che tutto parte dall’eros, che il sesso scevro da sentimenti è quello che ci vuole. Ma mai come in quest’epoca ho visto gente triste, sola, che offrendo il proprio corpo come merce di scambio e piacere fine a se stesso, ha perso il giusto limite dell’amore di sé, della stima della propria anima che, dimenticata, ha smesso di “disturbare”.
Se capiste quanta fame d’amore c’è in ognuno di noi, potreste rabbrividire. Fame non riconosciuta, inespressa, taciuta. Compensata malamente da tutto; quel tutto che ci sembra di avere, ma che non è niente.
La mancanza d’Amore e di devozione sta uccidendo tutto. Sta uccidendo tutti.
Ma oggi, epoca in cui la qualunque diventa normale, e il “normale” viene squalificato, quale posto potrebbe occupare l’Amore, se non quello in ultima fila, dove nessuno lo vede, e dove Lui, l’Amore, non riesce più a scorgere altro che confusione?
Un giorno qualcuno studierà di questi tempi, grigi e antichi, lontani e pesanti, e sarà per prendere un buon voto a scuola.
Nessuno avrà davvero parlato dell’Amore sprecato, dimenticato, maltrattato. Nessuno dirà che in realtà siamo stati tutti un po’ quei Pinocchio e Lucignolo nel paese dei balocchi, e ci siamo ritrovati a ragliare davanti alle ingiustizie, spogliati dalla nostra dignità. Nessuno racconterà che il male più grande è stato proprio inseguire il progresso, quello dal vocione gonfio ed errato, che ci ha voluti uguali e schiavi, ma convinti di essere diversi e liberi.
Finché avrò voce, racconterò di questi tempi bui, malati, che hanno toccato col loro buio e la loro malattia, anime e corpi. Che hanno portato nuovi demoni nella mente e negli organi vitali, devastandoli, uccidendoli, togliendo vite senza pensarci su due volte, sottraendo affetti profondi, e creando quindi voragini affettive che si ripercuotono nell’universo come echi invisibili che però toccano tutti, indistintamente.
Dov’è l’Amore?
Non c’è. È andato. Fottuto.
“Non serve. Fa male. Divora. Sfinisce.” (dicono)
No. (dico io)
È tutto quello che è diventato essenziale, che in realtà non serve.
È la mancanza di Amore vero che fa male.
È il tempo che non hai che divora.
È il non trovare più nulla di semplice che sfinisce.
Quando qualcuno leggerà di questi tempi andati, voglio che sappia che la gente soffriva ma rideva, più ostentava e meno aveva, voleva troppo e non stringeva.
Chissà se in futuro si riscoprirà il valore dell’affetto, della vicinanza vera, della famiglia unita, dell’essere veramente padre e madre, marito e moglie, del preoccuparsi per gli altri oltre che per se stessi, del prendersi cura, della devozione, dell’essere e non dell’apparire.
Chissà se l’Amore verrà ritrovato, riscoperto, rivalutato.
A chi come me subisce la violenza nell’anima che esercitano questi tempi, non resta che rimanere a guardare quel poco che di buono rimane, accompagnati da quel senso di amarezza che non ci abbandona, e che intimamente, da buoni romantici sognatori quali siamo, speriamo ancora si trasformi in sapore leggero e fresco, in aria limpida che ci lasci respirare ancora e davvero.
-Patrizia Perotti-
www.patriziaperotti.it
Sante parole mia cara Patrizia! Il mondo va a rotoli ed io ne ho paura😔
Un mondo privo d’amore ❤️🩹💔
Ti abbraccio 🫂
Ti abbraccio anch’io Rino 🫂