IN AMORE VINCE CHI RESTA

 

Davanti ad un amore che si presenta più complesso, ormai và di moda dire: “Lascia tutto subito”, “Io non ci starei un minuto di più” , “Fossi in te avrei già mollato” …
In passato invece ci esortavano a lottare, ad insistere. Saggiamente.

Oggi ci si fidanza, ci si sposa, si sta insieme, per poi lasciarsi davanti alla prima crisi.
E’ come se questa società filofobica (che teme l’amore ed i suoi coinvolgimenti) abbia tutta la voglia di non farsi mai male e di vivere una vita falsamente meravigliosa, così come i social propongono.
Così, davanti ad una relazione, si fugge. In qualunque modo lo si possa fare.

 

°C’è chi fugge mollando la presa prestissimo.
Quando ancora le carte sono state appena messe in tavola, ed il rapporto necessita di trovare un suo equilibrio.
Si pensa infatti erroneamente che all’inizio di una relazione tutto dovrebbe essere rose e fiori. Forse questo accade nelle relazioni dove non ci si mette subito in gioco, magari perché non si ha troppa confidenza, o magari perché ancora accecati dall’innamoramento. Ma in realtà gli scontri sono giustificati a maggior ragione all’inizio, perché non ci si conosce.

°C’è chi fugge perché crede di averle provate tutte.
Fugge perché è sfinito, ma i sentimenti sono ancora vivi. Così facendo si rischia di tornare sui propri passi con un fardello di errori commessi pur di dimenticare l’altro, o commessi pensando di averlo già dimenticato, ubriacati dal periodo iniziale di maggiore leggerezza. Pertanto si ammassano problemi su problemi. Accadimenti che l’altro non riuscirà a perdonarci.
Oppure si corre il rischio di rimanere intrappolati in una relazione che ancora non si era esaurita, e che può compromettere le nostre scelte future. E’ la strada giusta per incontrare in futuro persone sempre sbagliate.
In realtà solo il cuore può decidere quando una relazione è veramente finita.

°C’è chi fugge ancor prima di aver provato a stare con qualcuno.
Lo fa, proiettandosi in un futuro inesistente, fatto di proprie fantasie e congetture, che probabilmente non corrisponderanno mai a verità. Oppure è la scelta di chi ha già in mente un modello preconfezionato di colui il quale dovrà innamorarsi. Salvo poi comprendere che non troverà mai esattamente ciò che cerca, e quindi eviterà soltanto di amare.
E’ questo il caso di chi previene prima di curare. Senza capire che l’amore non è una malattia, anzi è un’opportunità.
Si tratta esclusivamente di un alibi per non mettersi in gioco mai sentimentalmente parlando.

°C’è chi fugge tradendo il partner.
Rimane in coppia regolarmente, ma và con altri. E’ un modo come un altro per non assorbire mai totalmente l’andamento classico di una relazione d’amore normale, ed è anche il modo più adatto per non sentirne la responsabilità, l’impegno, la vera progettualità, e per non guardare veramente dentro sé stessi. Tramite il tradimento a volte si mette sullo sfondo un sentimento che può farci paura (tu mi abbandonerai, mi lascerai, mi divorerai dentro, ed io non saprò come difendermi e ne morirò, quindi ti faccio male e mi distacco per primo), oppure mette sullo sfondo il fatto che in realtà i nostri sentimenti per l’altra persona non esistono affatto.

 

In qualunque modo lo si faccia, fuggire dalle relazioni è oggi di moda. Solo che bisognerebbe capire che fuggire da ciò che temiamo è la cosa più facile. Il difficile è restare e affrontare.

Dovremmo tenere sempre una cosa in mente: quello che non vivi, ti blocca.

Se la vita ci ha portato una relazione e non un’altra, è saggio viverla, comunque essa si presenti.
La vita sa cosa è giusto portarci.
Alla nostra anima non interessano i progetti che abbiamo in mente. Lei ci porterà sempre verso gli incontri e le scelte di cui abbiamo bisogno.
Noi non dovremmo far altro che accettare e vivere con impegno quanto ci è stato consegnato.
Quando una persona, una relazione, insistono spontaneamente nella nostra vita, è come se qualcuno bussasse alla nostra porta con insistenza. Dobbiamo aprire!

Precisiamo comunque che qua non stiamo parlando di amori malati, patologici, tossici, non contraccambiati. Per questi, una volta riconosciuti, è chiaro che non ci sono rimedi, ed è quindi cosa giusta lasciarli andare.

Stiamo parlando di amori corrisposti, di relazioni sentimentali “normali”, ma che presentano maggiori complessità rispetto ad altre, per motivazioni disparate.

Abbiamo tutti bisogno di smettere di fuggire dall’amore, e provarle veramente tutte prima di dire basta sul serio.

Cerchiamo allora di riflettere su alcuni punti.

1) L’amore non è facile.
L’amore non è mai stato solo sorrisi e divertimento. Non è solo star bene e in pace col mondo.
L’amore vero ti rimescola dentro, e ti rigira come un calzino.
Ti mette a nudo davanti allo specchio, facendoti vedere chi sei, e sarà una delle sensazioni più sgradevoli che tu abbia mai provato.
Ti emoziona incredibilmente e ti rende nuovo a ogni passo.
E’ una strada in salita, perché richiede partecipazione, impegno, introspezione e attenzione.

2) Non lasciarti condizionare.
Meno pareri e consigli chiedi sulla tua relazione, più potrai veramente vederla per quella che è.
Per quanto amici e familiari possano volerti bene, ricorda che loro ragioneranno con la testa, che non è nemmeno la tua. Nessuno di loro ha dentro di sé il tuo cuore, il tuo vissuto, il tuo percorso. Nessuno di loro prova per il tuo partner i sentimenti che provi tu.
I pareri di altra gente gettano confusione come una marea di foglie secche che si ammassano su qualcosa. Col risultato che quel qualcosa non lo vedi più, ma alla prima folata di vento ti accorgeresti di ciò che avresti perso.
Solo il tuo cuore può sapere se, anche la storia che agli occhi degli altri sembra la più assurda, in realtà è quella giusta per te.

3) Non sbaglia mai uno soltanto.
Analizza i tuoi comportamenti ancor prima di quelli del partner, e poni attenzione verso la relazione in sé.
In cosa tu hai sbagliato? Quali lacune hanno bisogno di essere da te colmate?
Quali sono i veri nodi che questa relazione ti sta portando a vedere?
Renditi consapevole di te stesso attraverso le critiche mosse dal partner, e sii consapevole di ciò che questa relazione sta cercando di insegnarti.

4) Il grado di intimità ti dà molte risposte.
Quando l’altro ti piace ancora molto e ti attrae. Quando non ti stancheresti mai di dormire tra le sue braccia. Quando desideri i suoi baci. Quando tra le cose che ti fanno sorridere nel momento in cui ci pensi, ci sono gesti semplici quali mangiare insieme, le risate, la complicità nel raccontarsi le cose, i suoi occhi dentro ai tuoi. Quando il suo profumo è ancora molto gradito ai tuoi sensi.
Quando tutto questo accade ancora, sappi che non è finita.

5) Non decidere sulla scia della rabbia.
Per essere sicuri di stare facendo la scelta giusta, bisogna sempre decidere a mente lucida, mai accecati dalla rabbia, dalla confusione o dalla ferita del momento. Ricorda sempre il detto “Non promettere quando sei felice, non rispondere quando sei arrabbiato, non decidere quando sei triste.” (cit. T. Innocenzi)

6) Sii onesto.
Se ti serve un po’ di tempo per pensarci, prenditelo pure, purchè tu lo sfrutti veramente per guardarti dentro in totale solitudine ed assenza di giudizi esterni.
Una bella passeggiata da solo tra la natura. Un piccolo viaggio in solitaria verso il mare, o una serata in casa in compagnia dei tuoi pensieri.
Tutto questo può aiutarti a metterti in contatto con te stesso, e a stabilire veramente cosa intendi fare della tua relazione. Fai parlare i tuoi sentimenti, le emozioni che provi verso l’altro. Non la testa, che di faccende affettive non ne capisce niente.
Non ti aiuteranno di certo le serate mondane o le distrazioni, che piuttosto servono ad allontanarti dai tuoi pensieri più profondi. Hai bisogno di stare in contatto vero con te stesso e di non sentire veramente nessuno. Solo così potrai essere onesto con ciò che porti dentro. L’unico modo per venire a capo di una situazione, è dirsi la verità vera.
Nel caso in cui tu stia tradendo il partner, attua lo stesso schema comportamentale per stabilire con serietà le tue intenzioni ed i tuoi sentimenti. Prendi una decisione netta. Forse hai bisogno di sperimentare la vita e non sei pronto per un rapporto durevole. Ciò và benissimo se decidi di liberare il partner da una relazione che gli sta portando solo inganno. Anche l’altro ha diritto a trovare la sua strada. Se comprendi invece di avere commesso un grosso errore, riproponiti di non farlo più, e ricomponi con maggiore serietà la tua attuale relazione.

 

L’amore ha bisogno di vedere che siamo coraggiosi, ed ha bisogno di essere pienamente vissuto.

Oggi più che mai c’è la necessità di trovare motivazioni per restare, anziché andare via, di fronte alle nostre difficoltà amorose. Di avere la voglia di portare avanti, anziché allontanarsi.

“Non mollare. Riprova ancora. Impara a restare. Aggiusta le ossa e riparti.”

L’amore non ama le nostre fughe, perché esse non fanno che indebolirlo. E di conseguenza ognuno di noi senza l’amore indebolisce se stesso.

Siamo nati per amare ed essere amati. Inutile mentire. E’ questa la nostra vera natura.

 

-Patrizia Perotti-

LA GELOSIA. ALLEATA O NEMICA?

Esiste da sempre, negli esseri umani quanto tra le specie animali. E’ un sentimento per la maggiore criticato, nascosto, di cui quasi ci si vergogna, per cui spesso si viene additati e addirittura rimproverati.

Eppure come tutti i sentimenti umani ha diritto ad essere ascoltato, accolto, rispettato.

Chiaramente qui non si parla della gelosia senza limiti, di quella che rasenta la patologia, fatta di controlli continui del portafogli o del cellulare, come anche di assurdi pedinamenti.

Parliamo di quella gelosia lecita, quella che dovreste piuttosto guardare con affetto e riconoscenza, poiché come tutti i sentimenti arriva per parlarci e per dare pepe anche alle relazioni più spente o che presentano zone con poco smalto.

Se proverete a leggere qualcosa sulla gelosia, troverete per la maggiore articoli che la demonizzano, accusandola di paure di vario tipo quasi fossero un’onta.

Molti psicologi parlano ad esempio della rabbia in questi termini “Ascolta la tua rabbia!”

Ma dove leggiamo “Ascolta la tua gelosia”? Da nessuna parte. Come se la gelosia deve sempre essere taciuta se ci si vuol sentire in regola con tutto e tutti.

E’ sicuramente vero che la gelosia può esprimere mancanza di fiducia nell’altro, desiderio di controllo, che è indice di personali insicurezze, cela spesso invidia, e indica anche a volte una certa dipendenza affettiva. Ma cosa ce ne facciamo di sapere questo? E’ forse un modo per poterla sconfiggere? Sembra proprio di no.

Ma poi, se anche riuscissimo a “farla fuori”, non mettiamo in conto che così facendo, gran parte della nostra energia andrebbe a farsi benedire?

La verità è che la gelosia è da riconoscere come sentimento naturale quando si teme di perdere qualcosa, qualcuno, dall’attenzione di un genitore verso un bambino, all’amore dell’amato.

Chiunque, anche una volta soltanto nella vita, ha provato gelosia. Tutti quelli che amano, che lo diano a vedere o no, sono gelosi del proprio partner. E se non lo sono, c’è da chiedersi piuttosto cosa nasconda tutta questa “esagerata” fiducia nel partner.

La cosa più giusta da fare quindi è osservare ciò di cui la gelosia vuole parlarci. Essa, come gli altri sentimenti umani, và ascoltata, rispettata, e và guardata come energia che può rigenerarci.

Ci presenta la nostra parte più fragile, quella più insicura, che và assolutamente accettata e integrata come una delle parti che compongono il nostro vero essere.

Dona nuovo interesse e curiosità nei confronti del partner, e crea nuove basi per una crescente e rinnovata attrazione.

Soprattutto ai giorni nostri, tra social e chat di ogni tipo, spesso la gelosia se ci riflettiamo rispecchia semplicemente un desiderio di intimità e di esclusività.

A chi non dà fastidio che la persona con cui via chat sta avendo un discorso importante o intimo con noi, ci molli per passare a rispondere ad un’altra chat contemporaneamente? Rifletteteci: è come se di presenza steste parlando col partner, e mentre gli parlate, loro si interessano alla discussione di qualcun altro. Lo trovereste scortese e fastidioso, giusto? Bene, la stessa cosa vale per le chat.

Se tra amici è possibile e perdonabile far attendere o chattare in contemporanea, col partner non è assolutamente rispettoso, soprattutto se si stanno avendo discorsi intimi, intensi, o se si stanno chiarendo punti importanti.

Lo stesso vale per una cenetta al ristorante, una passeggiata mano nella mano, e per tutte quelle cosette che uniscono una coppia, interrotte da trilli, notifiche, desiderio da parte di uno dei partner di pubblicare sui social quello che si sta mangiando o il luogo in cui si è.

Oppure che dire di chi piuttosto nasconde o spegne del tutto il proprio cellulare in presenza del partner facendo sorgere mille dubbi sul perché? Tutti oggi abbiamo il cellulare acceso, e se lo teniamo acceso è perché vogliamo sentirlo, quindi non ci si lamenti quando un partner è sospettoso di un cellulare fantasma.

Bisogna trovare equilibrio, trasparenza e privacy anche in questo. E’ un punto importante, quello dei social e chat varie, che oggi fa parte della vita di ognuno di noi in modo prorompente.

Molto spesso un partner geloso è soltanto bisognoso di essere rassicurato più che con le parole, con i comportamenti, quindi aiutate questo processo.

Di contro, chi prova gelosia in modo da snervare il partner ma soprattutto se stesso, deve assolutamente correre ai ripari, per favorire una vita di coppia più armoniosa e una serenità personale che non ha prezzo.

Vediamo di seguito alcune piccole dritte per far sì che la gelosia diventi alleata di noi stessi e della coppia.

  1. Impostate insieme al partner delle piccole regole da seguire entrambi e che non minaccino la libertà individuale. Devono essere più che altro regole di educazione e rispetto verso l’altro, perché spesso più che di gelosia, si tratta di superficialità da parte di uno dei partner.

  2. Coltivate la complicità. Una coppia complice, che sa ironizzare sulle proprie zone d’ombra e su quelle della coppia stessa, senza prendere tutto in modo troppo pesante, difficilmente sarà schiava della gelosia. Rimproverare un partner geloso o offendersi con lui “perché non si fida”, non servirà ad altro che a far sentire il partner frustrato in un sentimento lecito, che anzi vi sta parlando di quanto siete importanti per lui/lei. Servirebbe solo a bloccare, a mettere un tappo alle sue emozioni e a tenerle sotto controllo. Non lamentatevi se poi il partner via via si spegne, spegnendo automaticamente anche voi.

  3. Cercate di non trascurare mai il partner, non lo date per scontato, e se ciò accade, fatevi qualche domanda. Un partner che si sente amato, importante, considerato, difficilmente richiederà la vostra attenzione.

  4. Se vi accorgete che il problema è esclusivamente vostro, dovuto a vuoti interiori, ad abbandoni del passato, e vi rendete conto di esagerare con le pretese egocentriche di attenzioni eccessive, ricorrete ad un aiuto da parte di uno specialista.

  5. Occupatevi maggiormente di voi stessi e accrescete la vostra autostima a prescindere dal partner.

La gelosia diventa nemica solo quando non rispetta i limiti, quando se ne perde il controllo, quando diventa ossessiva e investe tutto, ravanando senza ritegno negli spazi sacri dell’altro.

In tal caso non và mai avallata, ma bisogna che la persona in questione riconosca il disagio e si faccia aiutare.

In tutti gli altri casi, non và demonizzata, ma sfruttata come sintomo di un sentimento forte che ci lega a qualcuno e che ci parla di noi stessi come un buon amico farebbe.

-Patrizia Perotti-

 

Ogni qualvolta guardiamo ad un amore, passato o presente, dovremmo sempre pensare che non esistono persone veramente sbagliate durante il nostro cammino. Anche i soggetti che ci hanno deluso e fatto soffrire, erano lì per espletare il loro compito nella nostra vita.

Incontriamo qualcuno quando abbiamo bisogno di un insegnamento, di capire qualcosa di noi stessi, o quando realmente siamo pronti per vivere un sentimento autentico.

Quindi le persone che incontriamo sono sempre quelle giuste per quel momento di vita. Se non è durata o è andata male, capirete che quello era solo un tassello del vostro puzzle, un prezioso insegnamento che va compreso.

Detto questo, sapremo che quando parliamo di “persona giusta”, la intendiamo giusta e adatta a quel momento della nostra esistenza. Parliamo quindi di un buon amore, di un affetto positivo. Come riconoscerlo?

1. FIDATEVI DEL VOSTRO ISTINTO

Ahimè l’istinto è sempre quello che solitamente mettiamo sullo sfondo, mentre invece è il primo che dovremmo ascoltare.

Quante persone sulla carta sono perfette per noi, e invece poi si rivelano dei grandi bluff o dei noiosissimi compagni?

Fidatevi del vostro naso! Si, non è un modo di dire! Se trovate irresistibile il profumo della sua pelle, da non confondere con l’ultimo Chanel o Armani, allora quella è di certo la persona giusta per voi.

Anche la chimica che non ha bisogno di sforzo alcuno indica chi dovreste scegliere e chi no.

2. NON INCASELLATE LA STORIA CHE STA NASCENDO DENTRO A UN PROGETTO

Il modo migliore per scegliere persone sbagliate che rispondono solo alle vostre aspettative razionali, e non a quello che invece è meglio pe voi, è incasellarlo da subito dentro a un progetto.

Sarà quello giusto? Si vorrà sposare? Vorrà subito convivere? Accetterà i miei figli? Minaccerà il mio desiderio di libertà? Cosa potremo condividere? Avrà l’età giusta? Verrà accettato dalla mia cerchia di amici e familiari? …Potremmo continuare all’infinito con tutte le domande senza senso che ci poniamo quando ancora con quella persona abbiamo in realtà vissuto poco o nulla!

Queste domande non fanno altro che cercare di collocare in un progetto mentale la storia che stiamo cominciando a vivere.

Ribaltate tutto! Cioè vivete la vostra storia semplicemente, ma con vera partecipazione, e in un secondo tempo le risposte arriveranno da sole, senza nemmeno chiederle.

3. ABBANDONATE GLI SCHEMI MENTALI RIGIDI

Siamo tutti molto bravi a metterci in gabbia da soli e a precluderci una relazione perché non corrisponde con quello che crediamo di volere e che stiamo cercando. Questo è il metodo migliore per non riconoscere un buon amore.

Non voglio storie serie. Cerco il principe azzurro. Non è il momento per legarmi. Voglio qualcuno che mi dia stabilità. Cerco solo un partner maturo. Non mi fido più perché mi hanno deluso.” Ecc…

Queste sono solo alcune delle restrizioni che ci infiliamo in testa, e cocciutamente le seguiamo, stabilendole per noi stessi.

La nostra anima però ne sa più di noi, sa quello che è meglio per quel momento, e se continuiamo a trovare partner affidabili mentre noi cercheremmo un flirt, dovremmo capire che la nostra anima ci sta invitando a sperimentare un amore più solido. Al contrario, quando vorremmo una relazione stabile e troviamo solo filarini, dovremmo chiederci se forse il nostro non sia in realtà un momento che necessita di maggiore leggerezza.

4. LA PERSONA GIUSTA CI MIGLIORA DENTRO E FUORI

Come vi sentite da quando questa persona è nella vostra vita? Le uniche domande che dovreste fare, sono quelle da porgere alle vostre emozioni. Quindi ascoltatevi.

Un buon amore alza le vostre difese immunitarie: vi ammalate di meno, state bene, siete in salute. Aumenta la vostra creatività e anche al lavoro rendete meglio e di più. Vi sentite pieni di vita e di voglia di fare. I rapporti interpersonali migliorano, e la gente vi trova più attraenti. Migliora inspiegabilmente il vostro aspetto, e il carattere diventa più docile.

Un buon amore vi farà anche sentire a disagio a volte, proverete paura, perché vi costringerà a guardarvi allo specchio. Esso non è accondiscendente, ma pur avendo le proprie idee, vi rispetta e non vi tiene mai sul filo.

All’opposto, quando vi sentite stanchi, con poche energie, sospettosi e guardinghi, non sereni né appagati, nervosi e insofferenti, saprete che questa persona che vi sta accanto non fa assolutamente per voi.

5. LA PERSONA GIUSTA E’ QUELLA CHE PUO’ ESSERE “DIMENTICATA”

In che senso “dimenticata”? Nel senso che non assorbe troppe delle vostre attenzioni ed energie, pertanto vi permette di sentirvi interiormente sereni e capaci di immergervi del tutto anche in altre attività e interessi.

Un buon amore non sarà troppo presente, né assente, nè necessiterà di essere tenuto sotto controllo.

Saprete che quella persona c’è, e non andrà via. Saprete che non avrà voglia di tenervi sulle spine o giocare a farvi stare male.

E nel caso in cui un amore del genere vi risultasse “noioso”, sarà bene guardare dentro di voi, perché potreste avere in realtà difficoltà nel gestire e portare avanti una relazione positiva e serena.

Quando qualcosa dentro di voi scatta verso un’altra persona, evitate di porvi troppe domande, e ascoltate esclusivamente l’istinto e le vostre sensazioni più profonde. Non precludetevi relazioni solo perché non sono consone con quanto vi eravate prefissati. Datevi la possibilità di viverle pienamente per poterne cogliere il vero messaggio e la vera essenza, e per poter far sì che la vostra anima continui a guidarvi verso quelle persone e quelle scelte che faranno di voi ciò che siete destinati ad essere.

  • Patrizia Perotti –

Perché oggi molta gente non ce la fa? Perché quelli che mollano la presa sono quasi sempre i volti più sorridenti?
Il vero male di quest’epoca è la cecità e la sordità dell’anima. Un’indifferenza camuffata da messaggini di circostanza e da attenzioni minime verso il prossimo.
Quanti di noi sono davvero disponibili ad ascoltare qualcuno depresso e a stargli accanto? Quanti di noi sono davvero pronti a lasciare le chiacchiere, e a fare qualcosa?
I depressi sono persone noiose, pesanti, che necessitano di presenza, di iniezioni di parole buone, di pazienza e rassicurazioni. Con loro niente fretta, solo cuore e sincerità.
Più facile è certamente star dietro agli articoli che consigliano di tenere lontano da noi questi soggetti ombrosi e negativi. In realtà le persone depresse non hanno nulla a che vedere con i lamentosi che sono ben contenti di potersi piangere addosso. Soprattutto di questi tempi il mondo che ci circonda è pieno di realtà difficili, e di panni sporchi diligentemente lavati in casa. Esistono situazioni reali da cui non si riesce a venirne a capo. Sono quei casi in cui il dolore si insinua muto, pur urlando in un silenzio assordante, invisibile per scelta ma mai possibile da celare totalmente.
I social poi ci vogliono costantemente sorridenti e da copertina. Fasulli, riassumendo in una parola il concetto.
È d’obbligo dare un’immagine di noi vincente, sicura, realizzata, affermata, seducente.
Ci vuole veramente una grande dose di coraggio e umiltà nell’ammettere a qualcuno di avere dei problemi, ed aprirsi quindi alla vulnerabilità. Questo resta per la maggiore un passo che in molti non riescono nemmeno a compiere.
È quando non si ride più, quando lo spirito goliardico finisce, che si vede davvero chi c’è e chi non c’è mai stato.
Spesso è proprio in questa apertura che avviene la lacerazione maggiore, poiché ci si ritrova nel vuoto. Un vuoto che non ci si aspettava. Avviene un fuggi fuggi generale. Le persone, vicine o lontane che siano, al solo odore di bisogno, si volatilizzano. Ti ascoltano magari, ma si congedano con le classiche frasi facili “Vedrai che sei forte e ce la farai.”
No. Se quella persona vi ha chiesto aiuto, è perché non ce la sta facendo.
Cosa rimane del suo chiedere soccorso? Un senso di ridicolo, di umiliazione, di debolezza, di inutilità, di devastante solitudine.
Si fa presto poi a dire “Soffriva di depressione”, e a voltare nuovamente le spalle. Siamo tutti lì a sbracciarci per le maggiori cause umanitarie, quando accanto a noi c’è qualcuno che soffre nell’anima, spesso per motivi reali e non facilmente risolvibili.
Ci si ritrova così da soli, più che mai, nel risolvere qualcosa che ci ha ravanato dentro, usurandoci pensieri ed energie, confondendoci speranze e delusioni. E ci si perde…
Nessuna mano ferma quella giostra vorticosa e macabra, che si innesca senza il nostro consenso. Nessuna.
La sofferenza degli altri ci fa paura e ci sgomenta, perché ci ricorda la nostra, ben nascosta e mascherata, che graffia senza tanti complimenti le immagini dei nostri sorrisi migliori.
Una richiesta d’aiuto ci costringe a dare, e a farlo in termini veri. Ci costringe a distogliere l’attenzione dal nostro individualismo, per dare spazio ad un onere faticoso.
Oggi ci siamo abituati al solo sforzo di un “like”, che ci mette a posto con la coscienza. Come se tutte le sfilze di buon giorno, buona notte, e robe simili, possano veramente costituire un valore importante nelle relazioni con gli altri. Respiriamo superficialità a pieni polmoni, appagati da conferme che non valgono nulla.
Forse dovremmo un attimo guardare alla vita, come se fosse un oceano su cui navigare. C’è chi ha la nave, chi ha la barca, chi il canotto, chi è costretto a nuotare. C’è chi naviga col vento a favore, e chi ha una tempesta dentro.
Comunque sia, abbiamo tutti il diritto di approdare in quell’isola che contempla il superamento di ogni cosa e il sorriso di chi non si è arreso.
Chi è annegato, aveva forse solo bisogno di un salvagente: le nostre braccia.
– Patrizia Perotti –

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E’ inutile negarlo: Facebook ci ha cambiato la vita. Per certi versi in meglio, e per altri in peggio. Un dato di fatto è che ormai paliamo tutti per aforismi. Li abbiamo addirittura imparati a memoria, e li viviamo come Vangelo, poichè le pagine Facebook, anche le migliori, non fanno che copiare e ricopiare versi estrapolati da libri e opere di scrittori e personaggi, riproponendoli a ritornello continuo.
Quello di cui non ci rendiamo conto, è che ai gestori delle pagine Facebook, interessa solo il numero maggiore di like, a loro importa che la pagina abbia successo rispetto alle altre, pertanto vanno spesso a scopiazzare i post che hanno ottenuto più like in altre pagine che sono più avanti di loro. E altresì non ci rendiamo conto che, a furia di leggere sempre le stesse medesime cose, le assorbiamo inevitabilmente.

Per questo oggi prendiamo in esame 6 miti che sarebbe meglio sfatare, che Facebook ci ha inculcato, più che proposto.
Dovremmo stare attenti all’influenza che post sempre uguali possono esercitare sulle nostre scelte. Svegliamoci! Questa è la nostra vita! E nessuna cosa che viviamo, nessuna relazione che ci accade, può essere uguale ad un’altra. Quindi è necessario sempre saper discernere.
Un post su Facebook, per quanto successo possa aver fatto, può solo darci spunti per riflettere, non certo dirci in assoluto quello che è giusto o no.

Andiamo quindi a riflettere insieme su questi 6 miti di Facebook:

1) Nessuno ci fa del male, siamo noi che lo permettiamo.

2) Se qualcuno non ti cerca è perchè non gliene importa nulla di te.

3) Dobbiamo abituarci all’idea di essere schifosamente sostituibili.

4) La vera libertà è riuscire a stare da soli.

5) Io sono il risultato di quello che mi è stato fatto e di come sono stato trattato.

6) Sorridete sempre, anche quando tutto va male.

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1) “Nessuno ci fa del male. Siamo noi che lo permettiamo.”

Siamo passati da un’epoca in cui andava di moda dare sempre la colpa agli altri, ad un’epoca in cui la colpa di ogni cosa che accade è nostra. No! Gli estremismi non hanno mai ragione.
Non è assolutamente vero infatti che nessuno ci fa del male, altrochè! Purtroppo in questo mondo c’è molta cattiveria, forse più di quanta se ne possa immaginare, a volte anche in soggetti che in apparenza sembrano brave pesone.
Se qualcuno ci fa del male, non è colpa nostra. Esistono relazioni in cui, per vissuti personali e un percorso di vita magari non dei più semplici, non si riesce con facilità a chiudere relazioni, anche con persone che si sono rivelate non buone. Già, “si sono rivelate”! Perchè nessuno instaura un legame affettivo con qualcuno che reputa sbagliato. Le persone, noi per primi, ci riveliamo nel tempo. Lo stesso tempo in cui ci siamo affezionati, innamorati, fidati.
La responsabilità maggiore credo la abbiano le persone che entrano nel cuore degli altri sapendo che non potranno dare quello che l’altro chiede. E’ mancanza di rispetto, noncuranza, superficialità, egocentrismo, menefreghismo, opportunismo. In definitiva, chi agisce così, o è un soggetto patologico, o è cattivo.
Quale persona innamorata può essere padrona dei propri sentimenti verso l’altro, e addirittura colpevolizzare se stessa, se qualcuno le fa del male? Non chiediamo ad un asino di arrampicarsi su un albero!
C’è semplicemente da riconoscere che le persone malvagie esistono, e se ci fanno del male la vita ci ha posto davanti un nuovo insegnamento che ci sta costando molto caro, ma che ci formerà in quello che siamo destinati ad essere.
Bisogna avere la certezza che dalle brutte storie, ognuno con i propri personali tempi, se ne esce sempre. Se qualcuno ci ha buttati in un fosso, risalire non è facile, ma mai impossibile. Dopo una caduta non siamo più gli stessi. Siamo indeboliti inizialmente, ma poi siamo più forti, non possiamo negarlo.
Colpevolizzarci perchè amiamo qualcuno che non fa per noi, non fa che accrescere il nostro senso di frustrazione e impotenza.
Accettare invece che chi abbiamo di fronte ci sta facendo del male, e che per il nostro bene è giusto che ci adoperiamo per liberarcene, può essere costruttivo. E’ sicuramente una scelta questa che non basa la sua riuscita sulle colpe di questo o di quell’altro, bensì sul fatto che meritiamo di stare bene e di dare gioia alla nostra vita. Senza fretta.

2) “Se qualcuno non ti cerca, è perchè non gliene importa nulla di te”.

Molto spesso è veramente così, è la risposta più semplice che ci possiamo dare quando qualcuno che ci sta a cuore scompare nel nulla. Ma non è assolutamente l’unica risposta vera.
Esistono infatti miliardi di motivi, che probabilmente non sapremo mai, che spingono qualcuno a non cercarci.
Dirci che ad una persona non importa nulla di noi, è consolante? Assolutamente no! Anzi, è un pensiero frustrante che può minacciare la nostra autostima, oltre che far nascere dentro di noi una rabbia ostile e poco costruttiva.
In realtà dovremmo sempre pensare che noi siamo magnifici così e come siamo. E se qualcuno non si interessa a noi, non è colpa nostra, nè di quella persona, che piuttosto avrà i suoi personali motivi per non avere una qualche relazione in quel momento di vita con noi.
Che ci crediate o no, a volte le persone non si fanno sentire, perchè rimangono interiormente positivamente “sconvolte” dal vostro modo di essere, forse non comune a tanti altri, forse più impegnativo di altri. Quando qualcosa vi preoccupa e non sapete come gestirla, che fate? Prendete le distanze, e vi trovate in difficoltà; non sapete che fare e vi bloccate. La stessa cosa può accadere alle persone con cui avete a che fare.
Altri motivi della mancanza di contatto possono chiaramente essere meno lusinghieri, ma non vi riguardano, e cioè parliamo di gente maleducata, orgogliosa, irrispettosa, superficiale, che non vi vede veramente e non vi da la giusta importanza. In tal caso, credete di aver perso qualcosa? E’ sempre un loro problema, non vostro.
Come anche può essere timidezza, paura del rifiuto anche quando credete di essere stati aperti, o l’aver capito che non state cercando la stessa cosa, o a volte anche timore di essere invadenti.
Dirci che non siamo abbastanza per qualcuno, non ci farà stare bene, come anche non potremo insegnare l’educazione a certa gente, nè obbligarli a cercarci.
Ma sicuramente è meglio dirsi sempre la verità: “Se qualcuno non ti cerca, avrà i suoi motivi che non conosceremo veramente mai, e quindi mettiamoci un punto.”

3) Dobbiamo abituarci all’idea di essere schifosamente sostituibili.

Questa frase può essere applicata solo se avete avuto a che fare con un narcisista patologico o con un manipolatore affettivo (parleremo presto in un altro articolo di queste due figure). Oppure solo se avete abboccato all’amo di individui che palesemente volevano approfittarsi di voi, e avete pensato che le briciole che vi porgevano (complimenti e fiori virtuali in chat) erano sufficienti. Purtroppo la virtualità rende tutto più semplice, soprattutto i corteggiamenti fasulli.
In tutti gli altri casi, però, è assolutamente impossibile che le persone che ci hanno amato, ci sostituiscano in un batter di ciglia. Pensate davvero che i ricordi, le particolarità che avete voi e solo voi, possano veramente essere dimenticate da chi avete amato? Voi per primi, avete rimosso del tutto quei momenti con un ex, o quella ricorrenza con quell’amore? O l’intensità con quel ragazzo ormai lontano? Mai! Non è possibile.
Lo stesso vale per gli altri con voi. Anche se le storie finiscono, perchè purtroppo è spesso normale che accada, voi rimarrete unici e mai sostituibili. Potranno arrivare altre mille persone dopo di voi, ma ricordate che la vostra impronta nella vita di qualcuno è unica.

4) La vera libertà è riuscire a stare da soli.

La solitudine non sofferta è solo degli illuminati. In realtà nessuno di noi è Osho, e l’essere umano è un “animale sociale” per sua natura, che mai potrà fare veramente a meno dell’amore, tranne chi lo sostituisce con surrogati come sesso fine a se stesso, amicizie, carriera, continui impegni, o con una natura solitaria che però non ha nulla a che vedere col concetto di libertà.
E’ anche vero che avere bisogno della presenza di qualcuno per poter stare bene, non è altro che dipendenza affettiva e non amore, quindi nemmeno in questo caso si potrebbe mai parlare di libertà.
E’ però controproducente pensare che necessariamente bisogna stare soli per riuscire a dire di essere liberi.
La vera libertà è un concetto mentale, uno stile di vita, che non ha molto a che vedere con lo stare in coppia o da soli.
Essere veramente liberi, è per prima cosa aver capito chi siamo realmente, e riuscire a rispettare la nostra VERA natura, nonostante forse non combaci con gli status sociali o che vanno di moda.
Si è liberi quando non ci serve l’approvazione degli altri per sapere chi siamo e quanto valiamo.
Siamo liberi quando il manifestare sentimenti, o quello che portiamo dentro, non è mai un problema.
Abbracciamo la libertà vera, quando l’ego e l’apparenza sono lontani dalle nostre vite.
Se poi sappiamo vivere serenamente e con accettazione la nostra solitudine, tanto di guadagnato. Ma non è un traguardo obbligatorio per tutti. Si sta bene e in armonia anche e soprattutto con qualcuno accanto.
La solitudine che si protrae per troppo tempo in realtà non ci dona libertà, ma ci arugginisce, ci indurisce, ci fa dimenticare la dolcezza.

5) Io sono il risultato di quello che mi è stato fatto e di come sono stato trattato.

Qui ci troviamo di fronte alla sterile vecchia dottrina del vittimismo che ci rende dei poverelli sfortunati di fronte ai soprusi di questo mondo cattivo.
Se è vero che la gente a volte è realmente cattiva e ci fa del male (vedi punto 1), è anche vero che il modo in cui reagiamo o prendiamo quanto ci viene fatto, fa la differenza.
Cristallinizzarci su un torto subito, su un trauma che non elaboriamo, non fa che rendere fisse e immobili le acque della nostra esistenza.
Ma la vita è un fiume che scorre. Mai uguale ogni istante di ogni giorno. Noi siamo nuovi ogni giorno! Il nostro passato ci ha insegnato, anche facendoci del male. Eppure è così che abbiamo imparato a camminare. Cadendo, sbucciandoci un ginocchio. Poi ci siamo alzati, e abbiamo ripreso il nostro cammino.
E’ con questa visione che dovremmo guardare gli eventi della vita: con gli occhi di un bambino. Mai stanco di rialzarsi, mai stanco di imparare, mai stanco di stupirsi.
Incupirci, chiuderci a riccio, rimuginare sempre sugli stessi torti o su un passato che ci ha ferito, non fa che dare ossigeno inutile a cose morte. Il passato è passato, lo dice la parola stessa.
Quindi lasciate che le cose vadano, perdonate e non permettete mai ad eventi o persone, di cambiarvi in individui negativi o in vittime. Sareste voi gli unici a non uscirne più, e lo fareste unicamente pe mano vostra.

6)  Sorridete sempre, anche quando tutto va male.

La causa maggiore dell’infelicità, è la mancanza di onestà verso se stessi.
Tutte le volte in cui non diciamo a noi stessi la verità, su una questione, su una persona, sul nostro stesso carattere o sulla nostra vita, non facciamo altro che mentire.
Se le cose nella nostra vita non vanno per nulla bene, è giusto comunque mantenere positività e speranza, ma sorridere in continuazione come se avessimo delle maschere sul viso, è impossibile oltre che una forzatura verso la nostra anima.
E’ costruttivo piuttosto prendere atto di ciò che non va bene nella nostra vita, e se è possibile, attivarci per cambiare la situazione per come possiamo. A volte piangere, sentirsi tristi, non sorridere a tutti i costi, sono comportamenti che anzi ci portano in minor tempo a contatto con quello che non và, obbligandoci a guardare in faccia il problema e a non sottovalutarlo.
Sorridere sempre a tutto e a tutti, ogni giorno, è assolutamente una utopia. E’ un comportamento innaturale che spesso viene confuso col concetto della gioia di vivere, che dovrebbe esistere in ognuno di noi a prescindere da tutto, ma che non impone sorrisi forzati, bensì consiste nel conservare anche di fronte alle avversità, quella gioia e quella speranza verso la vita e noi stessi, che ci consentono di rialzarci e riprendere il nostro cammino.
Imparare ad essere autentici, questo si che ci fa stare bene!
Piangere sempre o sorridere sempre, sono estremi che non vanno mai coltivati, ma entrambi sono indispensabili nel corso della vita, e sovente si alternano. E’ così che và.

Cercare su Facebook il nuovo, che ci apra la mente e ci porti spunti di riflessione non soliti, non è un’impresa facile.
Quel che conta almeno è non essere ipnotizzati da questo sistema in realtà così potente, da poter influenzare le nostre vite. Ci è sempre dato di poter riflettere con la nostra testa. Non dimentichiamolo mai.

-Patrizia Perotti-

13051644_1049834618415217_9077950383659097418_nOggi più che mai la stragrande maggioranza di single, dichiara di esserlo perchè non riesce a trovare la persona giusta.
In molti si vedono sfuggire sotto il naso partner che per il loro punto di vista erano ideali, ma che per motivazioni misteriose, si sono volatilizzati nel giro di pochissimo tempo. Si instilla, ad ogni delusione di questo tipo, una rabbia crescente associata a frustrazione, che minaccia seriamente il proprio equilibrio.
Davvero ce la possiamo prendere solo con una società che non accetta molto i legami? E’ veramente sempre colpa di chi non sa apprezzarci? La risposta è no.
Purtroppo, anche quando non ce ne rendiamo conto, i nostri modi di fare, di approcciare, di vivere le relazioni, come anche il nostro criterio di scelta, comportano il fallimento preanunciato di qualunque relazione o anche solo frequentazione. Il vero problema, con noi stessi e nelle relazioni con gli altri, è la nostra inconsapevolezza, di ciò che realmente siamo, e di ciò che realmente ci circonda.
Vediamo insieme alcuni dei principali motivi che non ci permettono di trovare la persona giusta.

1) L’essere camaleontici.
Così come il noto animale (il camaleonte) fa, anche le persone camaleontiche si adattano a chi hanno di fronte. Col termine “adattarsi” intendiamo che le persone in questione intuiscono quello che desidera l’altro, e “trasformano” il proprio essere in quello che appunto l’altro ha sempre desiderato. Chiaramente tutto questo può funzionare solo per non troppo tempo, perchè presto o tardi la natura di quella persona camaleontica verrà fuori, e lì cominceranno i veri guai.
L’essere camaleontici è praticamente il voler incarnare a tutti i costi il “come tu mi vuoi”, convinti che essere se stessi non basterà mai per poter tenere stretti a sè qualcuno. Probabilmente è quello che da piccoli gli è stato insegnato, anche se non esplicitamente.
In realtà è un atteggiamento molto rischioso, poichè le persone devono amarci per quelli che siamo, mai per quelli che vorrebbero che fossimo, e mai per quelli che noi vorremmo apparire. Quando le maschere prima o poi cadranno giù, l’altro si accorgerà dell’inganno, e la delusione porterà a chiedersi “Ma con chi mi sono messo?” , e di conseguenza alla rottura della relazione.
Disinnescate assolutamente questo meccanismo che scatta dentro di voi. Per trovare la persona giusta non serve compiacerla, non serve recitare il ruolo di vittima, o di bella persona, o di chissà chi mai vorrà l’altro.
Ci si deve innamorare di voi per quello che realmente siete. Perchè la persona giusta vi deve riconoscere nella vostra realtà, bella o brutta che sia, e amarla comunque.

2) L’essere zerbini.
Succede a molti, sopattutto quando l’essere single si protrae da troppo tempo. Si incontra una persona che ci piace molto, e pur di averla non guardiamo in faccia niente, nemmeno se l’altro ricambia il nostro interesse o meno, e nemmeno se veniamo trattati appunto come zerbini. Ma può essere anche un modo di fare del proprio carattere. Decisamente da modificare!
Chi è un essere zerbino? Gli zerbini, uomini o donne che siano, sono tra le specie peggiori e anche le più stucchevoli. Sono persone sempre disponibili, fin troppo, accondiscendenti, cercano sempre di accontentare l’altro pur di compiacerlo, non conoscono il valore della propria dignità. Il loro scopo è quello di rendersi indispensabili all’altro.
Si tratta di persone insicure, che soffrono lo stare single, e amano per bisogno, non per scelta. Non sanno esattamente cosa vogliono e cosa cercano in realtà, ma credono fermamente il contrario! Questo perchè sono talmente lontani da loro stessi, che non riescono a vedere la scarsa autostima che possiedono. Sono i primi a dirsi di valere oro quanto pesano, ma in realtà vogliono credere e far credere di essere quello che non sono.
Gli zerbini possono incontrare due tipi di partner: quello che se ne approfitta, e quello che scappa. In entrambi i casi, si rivelano partner sbagliati. Ma di chi è la responsabilità? Dell’essere zerbino!
Nessuna persona che si comporta da zerbino può risultare interessante. Se vi “vendete” ad una persona perchè pensate che non vi ricapiterà altra occasione, siete già sulla strada sbagliata. La dignità non ha prezzo. Dimostrare di possederla, è un potente strumento di seduzione.
Non è compiacendo gli altri che li attrarrete a voi, anzi!

3) La supervalutazione o la sottovalutazione di se stessi.
Se pensiamo di valere troppo, o di valere troppo poco, difficilmente troveremo un partner giusto.
La supervalutazione di noi stessi ci porta inevitabilmente a cercare partner ideali che non esistono. Così, persone che potrebbero attrarci, ma che hanno anche soltanto un qualcosa che non le rende perfette, verranno scartate. In realtà dovremmo capire che nessuno di noi, per quanto bello, affascinante, intelligente, è perfetto. Quindi non cerchiamo negli altri la perfezione, fisica o di qualunque altro tipo.
La sopravvalutazione di se stessi, porta solitamente a “tirarsela”, risultando poco simpatici, presi di sè, e quindi poco interessanti. Raccogliere sguardi, non vuol dire avere un vero successo con l’altro sesso. Il successo è quando persone dotate di qualità e non solo di apparenza, decidono di starvi accanto per la vostra semplicità e il vostro essere. Nessun manichino ha vero successo in amore. Può semplicemente suscitare clamore, ma non attrarre persone giuste. Nessuna persona giusta è attratta solo dagli addominali a tartaruga, se non aggiungete ad essi un pò di materia grigia e la giusta ironia. Nè solo da una mente eccelsa che però non possiede doti empatiche.
Non pensate nemmeno che essere persone meravigliose o di valore, farà di voi qualcuno di cui necessariamente ci si deve innamorare. I nostri pregi infatti possono solo essere da controrno a quello che colpisce in noi, perchè nessuno ci sceglie perchè siamo brave a cucinare o perchè sappiamo stirare, o perchè non abbandoniamo i cani per strada. Essere fieri di voi quindi va bene, ma non pretendete di essere amati per qualità che non c’entrano nulla con l’amore. Queste sono bellissime qualità umane, che rimangono a voi, e non necessitano di essere sbandierate nella speranza che per questo qualcuno si interessi a voi.

Al contrario, quando ci sottovalutiamo, pensiamo di non essere abbastanza mai per nessuno, e da questa disistima nascono di solito i rapporti più complicati, fatti di dipendenze affettive, di sofferenza, di sottomissione all’altro. Spesso in questi casi non ci si butta nemmeno in una conoscenza per timore di un rifiuto. A volte però bisogna capire che è meglio rischiare un fallimento, che affondare dentro il proprio stagno.

Cercare di vederci realmente per quello che siamo, sia dal punto di vista fisico, che per tutto il resto, ci permetterà di non pretendere troppo, nè troppo poco.

4) L’amore non corrisposto.
I segnali di un amore non corrisposto sono solitamente evidenti da subito. Il problema è che quella persona ci piace talmente tanto, che non vogliamo rinunciarci. In realtà dovremmo sempre e da subito guardare le cose come stanno, perchè è molto meno doloroso lasciare andare una simpatia e una attrazione iniziale, piuttosto che mollare la presa quando ormai siamo innamorati.
Le persone che non ci ricambiano, sono quelle che non ci cercano più di tanto, non riescono ad avere attenzioni per noi, non sentono la nostra mancanza, non si fanno in quattro per vederci, non hanno interesse a sentirci spesso. Lo fanno perchè sono cattive? O perchè noi non valiamo abbastanza? Nessuno dei due! Lo fanno semplicemente perchè in loro non è scattato l’innamoramento come invece è accaduto a voi.
L’amore succede, e mai a comando. L’amore è solo spontaneo. Perciò, quando notate segnali di disinteresse, non ci pensate su due volte, e mollate subito la presa. Non andate oltre ai due tentativi. Poi basta.
Non potrete convincere nessuno ad amarvi. Questa è una verità da accettare.
Non ha senso etichettare come “stronzo o stronza” qualcuno che non ha contraccambiato le nostre attenzioni, perchè non innamorarsi è umano e normale, così come quando si ama.
Ditevi la verità piuttosto, e cioè che per star dietro a questa persona probabilmente siete stati male, o avete fatto gesti che in fin dei conti vi hanno un pò umiliato con voi stessi. Succede quando non si vuole guardare in faccia la realtà. Dirottate quindi la vostra rabbia e frustrazione su questo punto: “Ho insistito io, ma non è andata.” Perdonatevi e rideteci su. L’amore ci fa sempre essere un pò “ridicoli”, anzi, più che ridicoli, divertenti… Imparate a girare pagina senza rancore, perchè l’altro non ha colpe se non vi ha amato e non vi ha illuso. Piuttosto siate grati per l’onestà e voltate pagina.

5) Essere rimasti legati ad un amore finito.
In molti non lo accetteranno mai e non se lo diranno mai, ma non hanno dimenticato veramente un vecchio amore, o non hanno metabolizzato realmente la fine della relazione.
Questo accade quando il dolore che sentiamo è talmente acuto, da anestetizzarci da esso. Come? C’è chi ricorre agli alcolici, chi si butta in una nuova relazione, chi si ubriaca metaforicamente di divertimento smodato con amici o presunti tali. Sono tutti modi per mettere sullo sfondo la sofferenza e dirci in due giorni che alla fine non ci pensiamo più, che ce ne freghiamo e che abbiamo già dimenticato.
Nulla di più grave per la nostra anima! A lei le cavolate non potremo raccontarle, e presto o tardi ci presenterà un conto molto salato!
La mancata elaborazione di un lutto emotivo può essere uno dei fattori più importanti che non ci permette di incontrare la persona giusta, ma piuttosto ci apre la pericolosa strada delle illusioni, con persone a volte poco chiare, che riflettono, per la famosa legge di attrazione, la stessa poca chiarezza che esiste dentro di noi. Alcuni addirittura potrebbero involontariamente cercare di continuare e portare avanti con un nuovo partner, quello che non hanno potuto realizzare col precedente (un matrimonio mai celebrato, un figlio mai avuto, o anche cose meno rilevanti, ma che erano rimaste in sospeso col precedente partner). Il nostro ignorare la nostra realtà interiore, ci porta a commettere errori grossolani nella nostra vita.
Solo se si evita di mentire a se stessi e si ha il coraggio di affrontare il dolore, la frustrazione, la tristezza, ne usciremo integri. Gli inverni servono per temprarci e farci arrivare alla primavera come profumati fiori pronti a sbocciare. Basta non avere fretta e accettare.

Ci sono anche quelle persone che pur dicendosi la realtà, rimangono ancorati ai vecchi amori, pensando che non potranno più provare amore per nessun altro. In realtà ogni fine prepara ad un nuovo inizio. Se avete cose in sospeso, o non dette con un ex partner, cercate di liberarvi o con il diretto interessato, o se non vi è data la possibilità, scrivete lettere che non spedirete mai. Se vi fa stare meglio, affidate al mare o al vento le vostre parole scritte. E credete fermamente che con esse andrà via lentamente la sofferenza, lasciando spazio solo ai bei ricordi che non faranno più male.
Non è vero che la vostra felicità è legata ad una persona soltanto. Se quella persona non è più nella vostra vita, vuol dire semplicemente che il suo compito con voi si era esaurito. Cosa vi ha insegnato questa persona? E voi, cosa avete donato? E’ questo quello che non perderete mai dell’altro. Credete fermamente che è di nuovo possibile amare. L’amore fluisce di continuo. Credeteci. E’ solo questione di tempo.

6) Non troviamo la persona giusta perchè in realtà non vogliamo legarci.
Stare con persone impossibili, difficili, già impegnate, allergiche ai legami. Davvero lo si fa perchè all’amore non c’è freno? O lo si fa perchè si ha una predisposizione masochistica? Nè l’uno, nè l’altro.
In questi casi, la realtà da accettare, è che in quel momento di vita avevamo più bisogno di sperimentare, di provare pathos e passione, che non di trovare la persona giusta. In quel momento non volevamo davvero trovare un legame stabile. Questa è la realtà. Può darsi che non lo abbiamo voluto, perchè lo temiamo fortemente, a maggior ragione se in passato abbiamo avuto scottature sentimentali.
In ogni caso, nessuna persona che cerca una buona relazione si lascia inghiottire da storie che chiaramente non possono avere futuro.

7) Pensare che tutto ci sia dovuto.
Magari ce l’avete fatta, avete trovato una persona che vi piace e vi ricambia, ma cosa succede poco dopo? Cominciano quasi inspiegabilmente le questioni, o mettete presto in dubbio la relazione per un “quid” che non riuscite a mandare giù. In più siete convinti che l’amore non deve arrecare con sè sofferenza, deve farci sempre toccare il cielo con un dito, deve darci sicurezze. DEVE!
L’amore non ci deve nulla. Se è maturo, porta con sè anche sofferenza, poichè ci impone di guardarci allo specchio e di apportare modifiche per venirsi incontro, dove serve. E questo non è per nulla facile! Comporta sacrificio e consapevolezza. L’amore non può garantire un innamoramento perenne, poichè è fatto non delle iniziali farfalle nello stomaco, ma di mano nella mano. Il che vuol dire camminare insieme costruendo, pur conservando la propria individualità. L’amore in realtà non può dare certezze, poichè non è meccanico, e se non alimentato può finire. Accettarne la natura mutevole, vuol dire viverlo intensamente e con partecipazione, finchè c’è. Perchè potrebbe esserci per sempre o per poco.

8) La persona giusta l’abbiamo conosciuta, ma non l’abbiamo riconosciuta.
L’abbiamo vista un giorno, e ne siamo rimasti colpiti. E’ stata al centro dei nostri pensieri, forse non in maniera continuativa come ci si aspetta da un innamoramento. Il profumo della sua pelle ci piaceva tanto. Ci attraeva il suo modo di fare, il suo aspetto. Ma poi qualcosa ci ha fatto ragionare. La mente razionale ci ha portato lontano da questa persona, per svariati motivi. Forse ci siamo detti:”Se solo non avesse avuto questo. Se solo avesse invece avuto quello.”
Oppure abbiamo sottovalutato il nostro interesse, forse perchè rapiti da altre persone contemporaneamente, o distratti da problematiche professionali, o era un momento di vita in cui non capivamo l’essenza delle persone e delle cose.
Succede più di quanto si pensi. Di aver incontrato la persona giusta, e di non aver capito che era lei. Non l’abbiamo riconosciuta.
In tal caso, la vita ci sta chiedendo di aggiornare i nostri modelli relazionali, e di superare inutili preconcetti che ci hanno portato a perdere un’occasione importante.
Già il fatto che ve ne siate resi conto, è un enorme passo avanti. Si può sempre provare a tornare indietro, o se non vi riesce, che questa esperienza vi serva da insegnamento per il futuro.

*A questo punto, la prima cosa da fare, è capire con onestà chi davvero siamo, e cosa veramente vogliamo. Non vi basterà un giorno per questo. E’ un lavoro impegnativo, più di quanto non si possa immaginare.
Bisogna guardarsi dentro con estrema onestà, e dirsi le cose come realmente stanno.
“Chi sono io?”
“Quali erano le cose che amavo fare da piccolo?”
“In cosa sono cambiato negli anni?”
“Questa persona per cui credo di aver perso la testa, fa davvero al caso mio?”
“Cosa sto veramente cercando?”
“Voglio davvero legarmi sentimentalmente?”
“Le scelte che sto facendo, sono davvero le mie? Voglio per caso accontentare, o zittire qualcuno? Voglio sentirmi a posto con la società?”
“Cosa voglio davvero? Cosa mi rende veramente felice?”

Questi sono solo alcuni spunti per riuscire ad entrare maggiormente in contatto con se stessi.

Tutto ciò è necessario, se veramente volete trovare chi fa al caso vostro, e non la classica persona “di comodo o di bisogno”.
Come anche è parimenti necessario per capire se in realtà non desiderate legami impegnativi.
Non esistono veri problemi quando siete consapevoli di voi stessi e di ciò che realmente volete.

*Evitate di sentirvi voi stessi dei principi azzurri o delle principesse rosa. In amore vale una regola sola: scatta quando meno ce lo aspettiamo e senza un perchè. L’amore (e qui si parla di Amore, e non di altri surrogati), sboccia , se deve sbocciare, senza guardare tutta la roba che siete. Non si spiegherebbero i colpi di fulmine, o quelli che amano i disgraziati, o quelli che amano gente improbabile per molti versi.

*La verità è che attiriamo sempre quello di cui abbiamo bisogno, o quello che intimamente vogliamo anche senza ammetterlo, o quello che ci serve per imparare qualcosa di nuovo, o quello che ci fa comprendere cosa non vogliamo assolutamente.

*Noi siamo sempre responsabili delle nostre azioni. E siccome una coppia è formata da due individui, non cercate le cause dei fallimenti amorosi solo all’esterno.

*Non instaurate relazioni sentimentali accontentandovi di un partner che in realtà non vi piace, solo perchè non trovate altro. E’ il modo migliore per non lasciare spazio alla persona giusta.
Vi accontentate quando l’altro non vi piace sul serio a pelle. Questo genere di attrazione è il primo collante in una coppia. L’istinto dovrebbe sempre venire al primo posto, perchè la sa più lunga di noi. Fidatevi di lui!
Quando invece ha mille difetti, ma vi piace inspiegabilmente e tanto, allora non vi state accontentando.

*Datevi da fare per essere voi stessi sul serio. Non quelli che hanno voluto da sempre i vostri genitori. Non quelli che si identificano nella loro professione. Non quelli che vuole il modello sociale. Non quelli che recitano ruoli. Non quelli che voi stessi aspirate ad essere.
Ad esempio… Siete timidi? Non cambiate, perchè il vostro fascino risiede proprio nella vostra timidezza. Quelli che credete difetti, possono diventare i vostri migliori punti di forza.
Siete goffi? Smettetela di recitare la parte dei simpatici. Siete freddi? Quanta fatica recitare il ruolo di gente affabile. Siete noiosi? Forse non sempre la vicinanza di qualcuno vi fa stare bene… E così via…
Le persone più belle e attraenti, sono quelle in pace con loro stesse, con la propria immagine, qualunque essa sia, e soprattutto con la loro anima e l’universo.
La persona giusta deve riconoscervi tra mille, perchè sarà come voi.
Se recitate, attirerete chi recita.
Siate quello che siete veramente. Ad ogni costo.
La persona giusta a quel punto, se è veramente la cosa migliore per voi e per la vostra anima, arriverà!

-Patrizia Perotti-

164351_185039064851820_163577486997978_530712_6199781_n[1]Quando guardiamo oggi le coppie che ci sono in giro, vediamo un pessimo panorama fatto di gente annoiata che sta insieme, o di gente che ancora si sente viva e pur stando in coppia cerca altro all’esterno, o di gente che ha preferito guardare le cose come stavano e liberarsi dalle falsità, ossia la gente separata.

E’ logico che esistono anche le coppie realmente serene e appagate, ma sappiamo benissimo tutti quanti che si tratta di una esigua minoranza.

Oggi più che mai non ci si spiega cosa stia succedendo a questa società allergica ai legami di coppia. Ricordiamoci anche la quantità industriale di single che popola le case di mamme e papà. Persone che hanno deciso per la loro “singletudine”, e non per un legame di coppia come chiunque aspirava un tempo.

Perchè? Cosa è accaduto negli ultimi decenni? Cosa è cambiato dai tempi dei nostri nonni ad ora?

Se ci facciamo caso, è tutta una questione di priorità. Cosa mettiamo oggi al primo posto? E quanto è lunga oggi la nostra scaletta di priorità, che un tempo era occupata solo da due o tre voci?

1) L’egocentrismo smisurato.

Negli ultimi decenni, i mass media ci hanno inculcato il mito dell’io, e di tutto ciò che l’ego desidera. “Io vengo al primo posto. Io sono la mia più grande priorità. Io devo essere felice ad ogni costo senza rinunce. Io ho bisogno di questo e di quello. IO!”

Chiaramente, con una scuola incentrata sull’egocentrismo, tutto il resto passa in un piano talmente secondario, da non trovare più nè voglia nè energie per investirci anche un minuto in più di quello che abbiamo preventivato.

Se prima veniamo noi ed i nostri bisogni, che ormai sono diventati veramente infiniti, per quale motivo dovremmo “sacrificarci” per comprendere l’altro, per fargli spazio nella nostra vita, per consentire un “noi”?

2) L’importanza rivestita dai social e da internet.

E’ comprovato che si passa più tempo su internet che non con le persone. E’ un dato di fatto veramente allarmante!

Non parliamo con il nostro partner o con i nostri figli a casa, nè in un bar con gli amici con cui siamo seduti al tavolo, perchè dobbiamo rispondere ad una conversazione su Whatsapp o ad un commento su Facebook. Cosa ci interessa di più? Postare cosa stiamo facendo e di che umore siamo, dove siamo diretti e con chi siamo. Mettere una foto che ci ritrae felici col nostro amore, non ha prezzo!

Tutto questo perchè il nostro desiderio di attenzioni, ha superato il desiderio di essere amati. I “like” sono diventati più importanti di ogni altra gratificazione. E più sono, più siamo gasati. Meno sono, e più ci sentiamo demotivati.

La nostra vita è diventata un continuo trillo, notifica, telefonata. E la cosa grave è che diamo priorità a tutta questa confusione, e non alla persona che ci sta accanto.

Per non parlare del mondo delle chat, dove comodamente trovi di tutto e di più come al mercato. Tutta questa “abbondanza”, non fa che allontanare i nostri sentimenti dalle persone che veramente possono amarci o essere più importanti, in caso ancora fossimo in un momento di frequentazione. Immaginate di avere una tavolata tutta per voi piena di succulenta roba da mangiare. Non sapreste da dove cominciare! Beh nelle chat è la stessa cosa: l’imbarazzo della scelta, non permette di individuare persone valide, e acceca con la troppa opulenza, facendovi perdere magari opportunità “della porta accanto” più semplici ma appropriate a voi.

3) La carriera e il successo.

Oggi chiunque studia. Si è tutti in carriera, e tutti ci tengono a primeggiare in un modo o nell’altro. Si è convinti che il lustro o il valore di una persona, sia dato da ciò che raggiunge in termini di successo lavorativo e professionale. Molti poi, si immedesimano col proprio lavoro, senza comprendere che noi non siamo il nostro lavoro. Noi siamo noi a prescindere da essa. Non è la nostra professione a dirci chi siamo, bensì il nostro essere.

La professione, oltre che essere un mezzo di sostentamento, dovrebbe gratificare, ma mai diventare il centro di ogni cosa. Si rischia di essere strumentalizzati da essa. Per questo occorre prenderne sempre le dovute distanze, per non farsi risucchiare totalmente da ciò che a lungo andare può ridurci dei bravissimi ed eccellenti robot che non hanno tempo per i sentimenti.

Troppe volte ormai sentiamo dire “Mio marito anche la Domenica non ha tempo perchè lavora”. Cercate di mettere limiti alla professione che esercitate, non alla vostra vita affettiva. Ricordate che la prima vi serve, e la seconda vi nutre.

4) I figli.

Un tempo si delegava molto ai nonni, e i bambini si dividevano tra giornate con i genitori, con i nonni o gli zii, o con altre figure di riferimento. Le attività extra scolastiche erano direttamente insegnate dai parenti stessi, come ad esempio il cucito che insegnava la nonna nelle fredde giornate d’inverno accanto alla finestra, o la partita di pallone in un bel pomeriggio primaverile, con quel papà che non aveva nessun cellulare o tablet.

Oggi le coppie sono intasate da impegni impensabili che loro stessi creano ai figli. La danza, la palestra, il corso di computer, l’incontro giovanile, e chi più ne ha, più ne metta. Oltre che indirizzare il proprio figlio verso qualcosa per cui magari in realtà non nutre particolare interesse, non si lascia nè a loro, nè tantomeno ai genitori stessi, la libertà del non fare nulla. Gli spazi di tempo “buca” sono essenziali nella vita di ogni individuo: essi ci mettono in contatto con noi stessi, ci rendono familiare e amica la “noia buona”, quella che ci consente di sviluppare quel qualcosa che la nostra creatività ci suggerisce, ed è quella che ci permette anche riposo.

Evitate, per i vostri figli e di riflesso anche per voi stessi, di caricare le giornate dei vostri bambini con troppi impegni. Il dolce far niente è importante quanto il fare!

La coppia ha bisogno di non impantanarsi troppo dietro ai figli. Per questo, non siete dei cattivi genitori quando delegate. Non siete cattivi genitori quando vi concedete dei momenti o delle serate solo per voi due. “Prendere aria” fa bene a voi e ai vostri figli. Se non avete nessuno che vi dia una mano, date lavoro ad una brava baby sitter.

Amare i figli non vuol dire soffocare per loro. Un genitore “spento” non può insegnare vita ai propri figli.

5) Genitori e suoceri.

E’ giusto e corretto prendersi cura dei genitori quando stanno male. Diversamente, quando godono di ottima salute, non serve assolutamente recarsi da loro obbligatoriamente ogni Domenica. Il tempo per una visita, lo troverete senz’altro. Non fatevi in alcun modo risucchiare dalla solitudine o dai consigli di parenti e genitori. La coppia va molto salvaguardata da queste persone che a volte diventano invadenti o troppo presenti. Anche qui, paletti a volontà!

6) La distanza emotiva.

L’amore ha bisogno per sua natura di continuità. E’ come prendersi cura di una pianta giorno per giorno. Una volta l’acqua, una volta il concime, una volta lo spray alle foglie, una volta anche semplicemente la dedizione, una carezza, un sorriso, faranno della vostra pianta un rigoglioso capolavoro! Lo stesso vale per una relazione amorosa.

Il fatto è che oggi, pur avendo mille mezzi a disposizione per comunicare, lo facciamo veramente poco in termini affettivi e veri, usando cuori e bacetti con chiunque, e una volta conquistata “la preda”, ci adagiamo pensando a miliardi di altre cose, ma non a coltivare giorno per giorno il nostro amore. Non gli concediamo di crescere, anzi, lo teniamo a bada.

La freddezza affettiva, il timore di lasciarsi andare, il bisogno di tenere sotto controllo la relazione, tolgono spontaneità e dolcezza al rapporto, rendendolo troppo cerebrale e poco empatico.

Non si crea quindi il terreno favorevole per la crescita di una coppia serena e stabile.

Cosa fare?

In realtà oggi si vive una vita affettiva fatta di ritagli di tempo. Perchè alla fine troviamo il tempo per fare tutto: palestra, lavoro, chiacchiere virtuali. Ma ci fermiamo davanti al tempo da investire nel rapporto di coppia.

Esso per molti è diventato una perdita di tempo e una zavorra, e non trova più il significato di essere.

Si è talmente stanchi da tutto quanto, che non si hanno più energie per portare avanti un progetto a due, o almeno una quotidianità di coppia.

*La prima cosa quindi è darle priorità, sia in termini di tempo, che in termini che esulano dalla visione egocentrica ed egoistica che abbiamo di noi stessi.

*Far pace col fatto che non troveremo un partner perfetto, è la prima verità da accettare, per poter guardare con occhi diversi chi potrebbe piacerci ma ha quel “quid” che non corrisponde con ciò che ci aspettavamo. Noi siamo perfetti? No! Quindi come non siamo perfetti noi, non pretendiamo perfezione negli altri.

*Fondamentale è allentare l’attenzione sui social. Evitate di pubblicizzare troppo le vostre cose personali. La coppia dovrebbe essere un nido da proteggere e che ci protegge, non una pubblicità da ostentare. Se siamo veramente felici, non avremo bisogno di gridarlo ai quattro venti. Inoltre ci farà solo bene prendere le distanze dai social. Sono ripetitivi, non ci arricchiscono, e rubano tempo oltre che alla coppia, anche ad altri interessi quali la lettura, le chiacchiere vere con amici, una sana passeggiata all’aria aperta, un pò di shopping moderato, ecc.

Inoltre creano facili illusioni con persone per cui forse mai avremmo reali intenzioni, ma che hanno comunque il potere di distogliere la nostra attenzione dagli affetti più veri.

*La coppia va protetta dalle falsità che ci diciamo. Se ad esempio vi piace flirtare con altra gente sui social, fatevi qualche domanda, senza mettere la testa sotto la sabbia. Forse non è tanto la vostra coppia che va cambiata, ma il vostro modo di guardarla e di viverla.

*Riscoprite la leggerezza.

Se non fate altro che pensare e parlare delle bollette da pagare, o di tutto quello che vorreste e non avete, date alla coppia un enorme fardello pesante e inutile. O ne parlerete fino allo stremo, o non lo farete, le bollette non scompariranno come per magia, quindi vi conviene non appesantirvi con continue lamentele che non risolvono assolutamente nulla. Lo stesso vale per i lamenti su ciò che non avete. Nessuno possiede mai veramente quello che vorrebbe, perciò imparate ad apprezzare ciò che la vita vi concede, e a ringraziare per ogni piccola cosa. La gratituidine porta gioia e leggerezza.

Non perdete occasione per giocare insieme, così come fanno i bambini. Fate “gli stupidi” insieme. Non prendetela mai troppo seriamente. Ridere e scherzare insieme sono i collanti migliori per una coppia.

*Dedicate alla vostra coppia tempo di qualità.

Tramite la sessualità, importantissima e a volte sottovalutata e dimenticata. Tramite il dialogo, che non dovrebbe mai mancare, costruttivo e mai distruttivo. Tramite piccole cose da fare insieme, che non sono necessariamente grandi viaggi o chissà quale progetto di vita. A volte basta una passeggiata al mare, una pizza fatta in casa insieme, un film che ci concediamo in santa pace sul divano, quei baci che non devono mai mancare!

*Credete che l’amore di una persona è il Dono più grande che può venirvi concesso, e prendetevene cura. Esso non è scontato, non lo avrete quando vorrete, vi dona energie e sostegno.

Non importa che sia per sempre o per poco. Date più che potete reciprocamente, date col cuore. Perchè tutto ciò che date, non per forza con questa persona, non per forza in questo momento, vi verrà restituito. E perchè amare insegna ad amare. Sempre di più.

-Patrizia Perotti-

260546Quando le parole non servono, non sono sufficienti, quando non ne sono rimaste più, o più semplicemente quando avvertiamo la necessità di sentire vicina a noi una persona, è il momento per un abbraccio.

Gli abbracci, è risaputo, hanno un enorme potere terapeutico. Pare che ad ogni abbraccio sincero contraccambiato, ci venga regalata salute e anni di vita. Quando essi mancano, sentiamo un grande vuoto, e può bastarci un abbraccio sentito da parte di una persona a cui vogliamo bene, per riempire il nostro serbatoio affettivo andato in riserva.

Più dei baci, più di ogni altro gesto intimo, gli abbracci non sanno mentire, e ci parlano a chiare lettere dell’intensità e della tipologia di sentimenti che chi ci abbraccia prova nei nostri confronti, oltre che dirci chi realmente abbiamo di fronte, se è qualcuno che sa dare in termini affettivi, o se è qualcuno che è affettivamente avaro.

Le persone potranno condividere con noi lo stesso letto e baciarci con passione durante l’intimità, ma la prova del nove è data sempre dall’abbraccio.

La sincerità di un amico, la voglia che egli ha di starci accanto, l’affetto che prova per noi, è descritto senza parole nell’abbraccio che ci dona.

Il primo gesto che riceviamo quando veniamo al mondo, è proprio il caldo abbraccio di nostra madre che ci stringe al petto. Per questo, quando qualcuno ci abbraccia con amore, emerge sempre il bambino che è in noi.

Tra le braccia di chi ci ama, ci sentiremo fragili e vulnerabili, chiuderemo gli occhi e ci abbandoneremo ritrovando un senso di pace e appagamento, ma solo se ci lasceremo realmente andare a quell’abbraccio.

Qualcuno che ci abbraccia con amore ci può far toccare il cielo con un dito, o sentire estremamente a disagio. Tutto dipende dall’apertura che abbiamo nei confronti di noi stessi e degli altri, di quanto ci amiamo e di quanto affetto concediamo a noi stessi e alle parti più fragili di noi.

Quali sono quindi gli abbracci più veri, quelli di cui fidarsi, e quelli di cui è meglio farne a meno?

Andiamo a vedere insieme i tipi di abbracci, e cosa essi vogliono dirci:

1) Una persona che ci abbraccia stretta a sè, al suo petto, con calore e trasporto, e a volte può associare anche un bacio sulla testa o sulla guancia, indica senz’altro una persona che ci vuole realmente molto bene, che nutre un sincero interesse non solo fisico nei nostri riguardi, che è pronto ad assumersi responsabilità con noi e per noi, che è in grado di proteggerci e camminare al nostro fianco con serietà e rispetto.

2) Chi ci abbraccia fortissimo, a volte anche ridendo dalla gioia, di solito è un amico sincero o un amore con cui abbiamo già parecchia confidenza, e a cui siamo mancati molto. Facciamo parte della vita di questa persona, e difficilmente ne andremo via mai.

3) Una persona che ci abbraccia in silenzio, anche rimanendo immobile, ma non lascia la presa, e rimane per molto tempo abbracciato a noi, è una persona che ci vuole bene seriamente, che sta esprimendo senza parlare tutto quello che di profondo prova nei nostri riguardi, oppure è qualcuno che ci sta dicendo addio, ma ha provato o prova comunque un profondo sentimento per noi, e vorrebbe conservare per sempre un pezzo di noi dentro di sè.

4) Un abbraccio con una o più pacche sulla spalla, indica che l’altro vuole tenerci a distanza, che prova imbarazzo durante l’abbraccio, forse perchè non è realmente sentito, o forse perchè non è il tipo di intimità che vorrebbe con noi. In ogni caso non ricambia il grado di affetto che noi nutriamo nei suoi riguardi. E’ un abbraccio che non vede l’ora che esso stesso finisca.

5) Abbracci ripetuti ma sbrigativi, indicano un desiderio di contatto con l’altra persona, senza un coinvolgimento emotivo particolare. A volte servono per rompere il ghiaccio con maggiore velocità quando si vuole arrivare ad uno scopo soltanto.

6) Gli abbracci frettolosi ci indicano quasi un dovere da compiere, e non hanno nulla a che vedere con gli abbracci realmente sentiti. Sono abbracci che gli altri ci danno per circostanza, per dovere, e infatti sentirete in questi abbracci una grande freddezza e anche una certa fastidiosa sensazione, se non fosse che durano solo pochi istanti. Gli abbracci tra i parenti o i conoscenti per gli auguri di Natale o Pasqua, ne sono un chiaro esempio.

I veri abbracci, quelli che ci curano l’anima, che hanno il potere di sanare le nostre ferite, che accolgono e coccolano il bambino che siamo stati e insieme con esso, le parti più vulnerabili di noi, sono gli abbracci senza tempo. Quegli abbracci dove non vuoi staccarti, perchè quello è il posto migliore dove poter stare, il nido più caldo e avvolgente in cui ci si sente protetti e si protegge al tempo stesso. Quando qualcuno ci ama, non può non abbracciarci forte a sè. Perchè quando si ama, si sente forte la necessità di abbracci veri, profondi e sinceri, dove le parole sarebbero superflue.

Oggi, proprio adesso, o quando potrete al più presto, dite a qualcuno che lo amate, e fatelo con un abbraccio. Non dite nulla, non date spiegazioni. Semplicemente stringete chi amate tra le braccia, e mentre lo fate, provate a sentire quanto amore e quanto bene provate per questa persona. Chiudete gli occhi e aprite il cuore ringraziando per il Dono che avete tra le braccia. Sentite veramente che state stringendo tutto ciò che di più caro possedete.

E’ questo il modo più bello di sentire l’amore e l’affetto. Se in questo momento qualcuno che vi ama vi sta abbracciando con amore, ditevi che siete fortunati. Perchè lo siete più di quanto possiate immaginare.

– Patrizia Perotti –

come-trovare-lanima-gemella_4424807c3c671e13610570c2bb9b8272LA PERSONA GIUSTA E L’ANIMA GEMELLA

Sbagliamo quasi tutti quando pensiamo che la persona giusta e l’anima gemella siano la stessa cosa.

Andiamo a conoscerne quindi le differenze.

*L’ANIMA GEMELLA

Quando si parla di anima gemella, la si intende da un punto di vista prettamente spirituale. Due anime “antiche” si riconoscono al primo sguardo e hanno immediatamente un’affinità e un legame fortissimi, che non si dissolvono nemmeno quando si allontanano. Il loro legame è inspiegabilmente ed irrazionalmente indissolubile, ed il loro compito su questa terra è trovare l’altra metà che li completa, per potersi elevare spiritualmente. Senza alcuno sforzo, dopo essersi incontrate, le vite di entrambi cambiano rotta. Inizia per entrambe infatti un percorso di crescita interiore repentino e profondo, che cambia radicalmente la vita dell’altro.

Le anime gemelle si riconoscono da alcuni fattori:

1) Forte telepatia tra le due persone.

Uno dei due partner, solitamente quello più spiritualmente evoluto, o entrambi i partner, “sentono” gli accadimenti della vita dell’altro. Ad esempio, se la notte ho insonnia e mi sento agitato, probabilmente la mia anima gemella lo sentirà, svegliandosi senza un motivo apparente nel cuore della notte.

2) Le anime gemelle si ritrovano sempre.

Se il tempo o gli eventi separano due anime gemelle, esse si ritroveranno. Le anime gemelle si riincontrano sempre.

3) Con l’anima gemella ci si sente al sicuro, a casa. Più guardiamo la nostra anima gemella, e più ci rendiamo conto che in qualche modo ci somiglia, a volte nei caratteri somatici, a volte in alcuni gesti, a volte nelle stesse ferite più profonde che ci portiamo dentro. E’ per sanarle ed evolverci infatti che la abbiamo incontrata.

4) Tra le anime gemelle si instaura da subito una sorta di “corrispondenza” segreta fatta di sguardi, e dove a volte non serve nemmeno parlare.

5) L’anima gemella vi obbligherà a vivere con lei un rapporto autentico, dove non si può fingere. Vi costringerà a guardarvi allo specchio, e questo potrebbe non piacervi o costarvi molto.

6) Non riuscirete a provare per la vostra anima gemella una gelosia di tipo morboso, nè un attaccamento di tipo patologico. Questo perchè essa vi regala un senso di libertà interiore enorme, che a volte può fare paura, perchè vi porta verso la vera indipendenza, vi fa evolvere e crescere in ogni modo.

Purtroppo a volte l’anima gemella non è nel nostro destino, quindi non è detto che la potremo incontrare. Oppure è in veste di Angelo al nostro fianco e ci protegge in ogni istante della nostra vita.

Tutto dipende dal progetto iniziale voluto dall’alto, per cui siamo qui su questa terra.

Molto spesso tra l’altro non sposiamo l’anima gemella, è raro che accada. Questo perchè di solito le anime gemelle non si incontrano e non si riconoscono quando i progetti di vita sono incentrati sulle cose di questa terra, ossia il matrimonio con l’abito bianco, la cerimonia, fare figli prima che scada il tempo, ecc… Quando ci si concentra su questi desideri, e non sull’Amore in sè, si incontra la persona che può sposarci e darci figli, poichè si incastrano i desideri comuni dell’uno e dell’altro, ma non sposeremo l’anima gemella.

Oppure nel caso in cui si seguano le regole convenzionali, ossia “Non ci sto perchè ha 10 anni in più o in meno”, “Non ci sto perchè ha già figli”, “Non ci sto perchè i miei genitori non approvano”, “Non ci sto perchè la persona giusta deve essere fatta come dico io”, ecc…ecc…, sovente capiterà di rinunciare deliberatamente all’anima gemella, pur di non venir meno a quello che la società, la famiglia, il nostro ego vogliono da noi. Questo capita quando una delle due anime è “in ritardo sulla tabella di marcia”, ossia non ha raggiunto lo stesso grado di consapevolezze, pertanto pur avendo incontrato la propria anima gemella, potrebbe non riconoscerla, e quindi attraverso il libero arbitrio, scegliere un’altra persona che corrisponde però in realtà alla scelta del proprio ego, o dei propri desideri terreni, ma con la quale col tempo comprenderà che non potrà mai sperimentare la magia e l’appagamento interiore che viveva con l’altra anima.

Come fare quindi per incontrare l’anima gemella?

In realtà non ci è dato di poter decidere se la potremo veramente incontrare o meno. L’incontro con l’anima gemella è un vero e proprio Dono del Cielo.

Tutto quello che potremo fare, è disporci interiormente ad un incontro con essa. Ciò può accadere quando scegliamo ogni cosa della nostra vita attraverso il sentiero del Cuore. Quando scegliamo di basare la nostra esistenza su quello che è l’Amore vero. Un amore di tipo incondizionato, che la nostra anima sarà pronta a sperimentare. E per fare questo avremo dovuto lavorare a lungo sulla nostra consapevolezza e su quanto alberga realmente dentro di noi. Senza timore e con coraggio.

* LA PERSONA GIUSTA

La cosiddetta “persona giusta” esiste davvero? La risposta è no.

Perchè per “persona giusta” solitamente intendiamo quella che abbiamo dipinto nei nostri sogni, o quella che i mass media ci propongono, oppure quella che ricalca uno status sociale consono, o quella che ha i nostri stessi gusti e risponde ai nostri canoni.

Più che la descrizione della persona giusta, sembra piuttosto la descrizione di un automa senza anima.

Quello che in molti non vogliono proprio capire, e continuano a piangersi addosso perchè non trovano la persona giusta, è che OGNI PERSONA CHE LA VITA CI PORTA, E’ SEMPRE QUELLA GIUSTA PER QUEL MOMENTO DI VITA.

“Ma come?” -diranno alcuni- “Quel tipo mi ha fatto soffrire! – -A me ha dato dispiaceri!- – Io sono stata tradita e non mi fido più di nessuno!- Che persone giuste erano queste?”

Ebbene, ogni persona che arriva è quella giusta perchè ci porta un insegnamento, un messaggio, qualcosa che dovevamo imparare. E’ un tassello del nostro puzzle personale che si incastra alla perfezione per quello di cui avevamo bisogno in quel momento. Se avevamo bisogno di una lezione di vita, arriva la persona giusta ma non propriamente positiva. Se avevamo bisogno di leggerezza, arriva la persona giusta ma non definitiva. Se avevamo bisogno di affetto, arriva l’amante affettuoso, e così via…

Sono da considerarsi persone giuste tutte quelle che ci hanno accompagnato per un pezzo di strada della nostra esistenza. Con alcuni non è durata perchè l’insegnamento che avevano da darci si era concluso. Con altri invece può durare anche per sempre. Come scegliere quindi tra tutte le persone giuste, quella migliore? Sicuramente dovrete dimenticare tutti gli stereotipi che da secoli contraddistinguono l’idea di persona giusta.

Eliminate pertanto queste idee errate:

1) La persona giusta è quella che condivide i miei stessi interessi, ha le mie stesse idee, ha il carattere uguale o simile al mio.

No! La persona giusta piuttosto è quella che pur avendo interessi e idee diversi dai vostri, si affaccia e abbraccia serenamente tutto ciò che vi riguarda, cercando di interessarsene. E con le sue diversità vi apre scenari nuovi e nuove conoscenze su argomenti che disconoscevate. Il suo carattere, a volte anche molto diverso dal vostro, vi sorprende e vi spiazza, vi accende e vi intriga. Solo così nasce a volte il vero feeling. La diversità arricchisce.

2) La persona giusta deve salvarmi da una situazione.

No! Le persone non sono i nostri psicologi, infermieri o stampelle. Un rapporto sano è formato da due individui che si reggono da soli sulle proprie gambe, e che chiaramente sono di conforto l’uno all’altro, ma dove nessuno salva nessuno. Se cercate questo, volete un supporto, non state cercando un amore.

3) La persona giusta è quella che corrisponde all’ideale che ho in testa, o che vuole il mio ego, la società e le regole convenzionali.

No! La persona giusta è quella che sa farvi vibrare, che suscita in voi emozioni e vi stimola, e vi rende migliori in qualche campo. La persona giusta vi fa sentire vivi, vi smuove dal vostro torpore, vi fa respirare a pieni polmoni.

Nessuna convenzione sociale può scegliere chi va bene per voi. L’ego vi porta verso scelte che appagano solo nei primi tempi. La società imprime modelli irraggiungibili o vuoti.

Fatta questa distinzione, non aspettate di incontrare chissà quale principe azzurro. Non attendete quell’essere perfetto che non arriverà mai.

Sia l’anima gemella che la persona giusta, sarà imperfetta, così come lo siete voi.

Perciò vivete oggi, vivete con intensità ogni legame che la vita vi porta, e siatene sempre riconoscenti, comunque vada.

Che sia un incontro magico e spirituale, o più semplice e terreno, seguite il più possibile ciò che vi detta il cuore, e scegliete solo con esso. Il cuore non sbaglia mai!

Patrizia Perotti

odiarebgtffhgL’odio, al pari dell’amore, è un sentimento umano forte con valenza negativa.

Si riesce ad odiare qualcuno quando si riceve una forte offesa, ma esiste anche l’odio gratuito, quello cioè provato verso persone che non ci hanno fatto nulla, e a volte anzi ci hanno fatto del bene, o l’odio provato verso persone a cui in realtà noi stessi abbiamo arrecato danno. Lo citava lo stesso Tacito, storico ed oratore vissuto ai tempi degli antichi romani: “E’ proprio della natura umana odiare colui che hai offeso.”

Fortunatamente, l’odio non è provato facilmente da tutte le persone. Perchè solo chi ha odio dentro di sè, può provarlo. Lo stesso vale per l’amore: solo chi porta amore dentro sè, può provarlo e donarlo.

La domanda che molto spesso ci poniamo, è per quale motivo una persona può arrivare al punto tale da odiarci. Se guardiamo alle nostre vite ed agli accadimenti che si sono successi, notiamo che se c’è qualcuno che ci odia, solitamente è sempre quel qualcuno che non avrebbe alcun motivo per farlo, o addirittura potremmo essere noi ad avere validi motivi per odiarlo.

In realtà, dovremmo rimanere indifferenti di fronte all’odio, poichè non è mai rivolto veramente verso la nostra persona. Come già disse Cesare Pavese, “Si odiano gli altri, perché si odia se stessi”, e non vi è nulla di più vero.

In chi odia, esiste un profondo disamore per la propria persona, una grande disistima, un’ira violenta e cattiva che non ammette repliche verso se stessi, e che riversa la propria frustrazione verso una persona che di solito viene reputata migliore, che in realtà si ammira, che una parte di noi ama e non può farne a meno, ma che rinnega qualunque sentimento positivo, poichè vorrebbe dire “Ammetto che sei migliore di me ed io non valgo niente ai miei occhi”.

L’odio quindi è un problema di chi lo prova. E’ semplicemente odio verso se stessi e verso ogni cosa, proiettato su qualcuno che vorremmo essere. Chi odia sa che mai potrà essere all’altezza della persona odiata. E’ questa la sua personale visione distorta di se stesso e dell’altro.

Se noi sappiamo chi siamo, il nostro valore, e siamo certi di non aver agito male, l’odio gratuito non deve scalfirci. Sicuramente dapprima ci ferisce, poichè l’odio porta a volte spesso con sè ingiurie, dicerie infondate. Chi ci odia mente spudoratamente sulla nostra identità mettendoci in cattiva luce con gli altri. Anche qui dobbiamo sempre pensare al vecchio detto: “Le bugie hanno le gambe corte.” Le menzogne sono pesanti massi che non possono restare a galla.

Sappiate che l’odio corrode profondamente l’animo di chi lo prova. Appartiene a persone che non trovano mai pace, perchè l’odio è il LORO problema, non il vostro.

Nessun odio riceve buone cose. L’odio distrugge, allontana, annienta. E’ una potente energia negativa che funziona da boomerang per chi la prova.

Solo l’amore ha il potere di dare e ricevere. Sempre!

Per questo, di contro, quando riceviamo delle offese, evitiamo di covare odio e risentimento verso l’altro. E’ naturale una sana rabbia iniziale, ma la rabbia sana, quella che ci libera e non distrugge nè noi, nè gli altri, è quella che non si cronicizza. Quella che non mette radici, ma prepara un terreno nuovo per ciò che di buono deve ancora arrivare.

Evitiamo di farci contagiare dall’odio e dalle ire irrisolte che gli altri portano nella nostra vita. Non sono nostre. Non ci appartengono.

Lasciamo che l’odio non ci riguardi, che rimanga un problema dell’altro, e non diventi nostro.

Non permettiamo a nessuno di sporcarci l’anima con un sentimento orribile che imbratta le nostre ali libere come fosse petrolio, e non ci permetterebbe più di volare!

“Amore contro”, cantava Eros Ramazzotti. E’ solo questa la via giusta contro l’odio.

Patrizia Perotti

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