Sul ciglio quieto e velato della sera,
cammina un’ombra leggera leggera.
Un gatto solo, senza padrone,
col cuore stanco ma senza prigione.
Tra i vicoli freddi e i tetti scrostati,
vivon silenti, i gatti randagi.
Nessuna carezza, nessuna dimora,
eppure ogni giorno rinascono ancora.
Con occhi di luna e passo gentile,
scrutano il mondo con sguardo sottile.
Ricordano sempre come li hai trattati,
anche chi li ha visti e poi dimenticati.
Sotto la pioggia, tra foglie e cartoni,
fanno le fusa alle loro illusioni.
Sognano un pasto, affetto e calore,
sebbene da svegli ne hanno timore.
Ma basta una mano, un gesto d’amore,
per sciogliere piano quel piccolo cuore.
Oh gatti di strada, figli del niente,
siete poesia che cammina tra la gente,
che vi vede un secondo, ma basta un momento, e già siete scomparsi come folata di vento.
Conservo con me la vostra magia,
maestri di dignità e di abile furberia.
La vostra libertà nessuno può comprare,
ed è quello che più amo di voi, e che senza far niente mi avete saputo insegnare
-Patrizia Perotti-
