“Siamo tutti sulla stessa barca”
Quante volte l’ho sentito dire.
È facile effettivamente paragonare l’instabilità della vita ad una grande barca, dove sotto ti regge solo il mare.
Un mare con onde a volte tumultuose, a volte allegre e scintillanti, a volte calme, pigre e rassicuranti.
Se chiudi gli occhi un attimo, puoi davvero vedere questa grande barca, piena di volti stanchi. Tra quelli forse c’è anche il tuo.
Ci si ritrova tutti in questa barca, dove nessuno spera più;
nessuno crede che gettando le reti, avrà di che gioire.
Sembra che questi tempi abbiano avuto la tremenda capacità di toglierci il sole, di sottrarci l’ingenuità, quella giusta, dei sogni in cui è di vitale importanza credere.
Alle favole, anche a quelle possibili, non crede più nessuno.
Se guardi in quegli occhi che hai di fronte, vedi paura.
Paura di amare, dei sentimenti veri, paura di rischiare.
Ci aspettiamo solo di approdare su qualche lido dove ci sia il minimo indispensabile, dove l’importante sarà avere il pane sotto i denti, dove nessuno ci chiederà più di soffrire.
Già. È meglio non “sentire”.
Siamo tutti sulla stessa barca, ma io scendo.
Se devo anestetizzarmi pur di non soffrire, se devo smettere di emozionarmi pur di non rimanere delusa, se devo evitare di sorridere per paura che per ogni sorriso pagherò piangendo, io scendo.
Vivere è gettarsi tra le onde e annaspare.
È nuotare fino a non aver fiato e sbagliare.
È scorgere nuove mete anche in mezzo al mare in tempesta.
Perciò scendi da quella barca e nuota verso la tua vita.
Non lasciare mai che ciò che senti dentro venga sepolto dalla paura e dalla disillusione.
Nonostante questi tempi remano contro a ciò che cerca di germogliare, tu fai la differenza: getta le tue reti, guida la tua barca, sfida il vento
-Patrizia Perotti-
www.patriziaperotti.it